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Alfa Romeo GTV6, perché questo gioiello di Giugiaro è diventato una vera leggenda

Oltre a un motore iconico, il design firmato da Giorgetto Giugiaro per Italdesign trasformava la GTV6 in un concentrato di stile.

Alfa Romeo GTV6

L’Alfa Romeo GTV6 non è soltanto una coupé affascinante da osservare, ma un vero capolavoro di ingegneria, una macchina che sotto la sua carrozzeria nasconde soluzioni tecniche da manuale. Presentata nel 1980, questa vettura rappresentava l’evoluzione sportiva dell’Alfetta, da cui ereditava il telaio accorciato, ma la grande novità era il motore: un V6 a 60 gradi derivato dall’Alfa 6, un carattere inevitabilmente distintivo.

Il progetto del Biscione si distingueva per l’adozione di un cambio transaxle in posizione posteriore, abbinato a sospensioni De Dion e a un sofisticato parallelogramma di Watt che garantiva stabilità e precisione in curva. All’anteriore, il quadrilatero alto assicurava un comportamento diretto e incisivo, mentre la campanatura accentuata riduceva il sottosterzo delle versioni a quattro cilindri. Non mancavano soluzioni raffinate come i freni a disco ventilati davanti, a conferma di un’impostazione da vera auto da corsa camuffata da stradale.

Alfa Romeo GTV6

Andiamo ai numeri. La GTV6 produceva 160 cavalli, 2.500 cc, accelerazione 0-100 in 8 secondi e velocità massima di 205 km/h. Prestazioni che, all’epoca, mettevano in difficoltà rivali blasonate come la Porsche 911 SC.

La storia del motorsport, d’altronde, ha consacrato queste qualità: la GTV6 dominò il Campionato Europeo Turismo dal 1982 al 1985, battendo colossi come Audi, BMW e Jaguar, e si impose in diversi mercati nazionali. Persino nei rally fece la sua parte, conquistando il Tour de Corse di categoria per quattro anni consecutivi con il talento di Yves Loubet al volante.

Alfa Romeo GTV6 campionato turismo

Il design firmato da Giorgetto Giugiaro per Italdesign trasformava la coupé in un’icona stilistica, anticipando di decenni linee che altri avrebbero proposto solo molto più tardi. Eleganza e sportività si fondevano in una forma equilibrata e grintosa.

Alfa Romeo GTV6

Al volante, la GTV6 richiedeva certamente una certa sensibilità da parte del guidatore, ma il motore Busso sapeva ripagare con un suono inconfondibile. Un’esperienza sensoriale che cominciava già dall’odore degli interni, un mix di legno e pelle che solo un’Alfa sapeva offrire. Oggi, le GTV6 sopravvissute sono diventate leggenda e, meritatamente, continuano a insegnare alle nuove generazioni cosa significhi davvero realizzare un’Alfa Romeo.