Stellantis ha lanciato un programma completo chiamato “Piano Italia“, che mira a invertire le tendenze negative e a ripristinare l’importanza degli stabilimenti nella rete produttiva globale.
Il piano si basa su diversi pilastri, il più importante dei quali è l’introduzione di nuovi modelli in produzione.
Stellantis conferma il Piano Italia per rilanciare la produzione negli stabilimenti del nostro paese
Il “Piano Italia” di Stellantis va oltre la produzione automobilistica, rappresentando un forte impulso per l’economia nazionale. Nel 2025, il gruppo investirà 2 miliardi di euro direttamente negli stabilimenti e 6 miliardi in forniture da aziende italiane, generando nuovi contratti, rafforzando le imprese locali e creando migliaia di posti di lavoro. Secondo il numero uno del gruppo, il CEO Antonio Filosa, il programma non è una promessa vuota, ma una strategia industriale concreta per rendere le fabbriche italiane nuovamente centrali nella rete globale di Stellantis, consolidando così il ruolo del Paese nella produzione e nello sviluppo tecnologico del gruppo automobilistico.
Parlando con il Sole 24 Ore il CEO di Stellantis Antonio Filosa ha dichiarato: “Il Piano Italia, voluto dal presidente John Elkann e da me sostenuto con forza, rappresenta un’occasione storica per il Paese grazie ai volumi attesi dai nuovi lanci”, ha dichiarato il top manager. Ha citato in particolare la Suv media americana, in arrivo a ottobre 2025 da Melfi, la nuova Fiat 500 hybrid prevista per dicembre a Mirafiori, e i modelli basati sulle piattaforme Stla Medium e Stla Small, sottolineando come il piano stimolerà produzione, innovazione e crescita industriale all’interno degli stabilimenti italiani del gruppo.
Per quanto riguarda la questione legata alla presenza nel gruppo Stellantis di 12 marchi, Antonio FIlosa ha dichiarato: “È un vantaggio avere così tanti marchi forti con radici regionali storiche”, afferma Filosa. “Ognuno possiede un Dna distintivo: Peugeot è consolidata in Europa e Sud America, Fiat è forte in Sud America e nell’Europa meridionale, mentre Jeep ha un profilo più globale. Abbiamo la capacità industriale per supportarli, forse persino troppi in relazione alla crisi attuale del settore”.
Sulle fabbriche, spiega: “Non possiamo ancora dire se chiuderemo impianti. Prima dobbiamo valutare l’evoluzione della regolamentazione europea, che ha un impatto diretto sulle nostre attività. Con misure adeguate e rapide, si può auspicare un cambiamento positivo”.
Riguardo alla redditività, il numero uno di Stellantis ha aggiunto: “Il nostro obiettivo immediato è migliorare gradualmente i risultati trimestre dopo trimestre. Nel medio termine puntiamo a un margine operativo tra il 6 e l’8%. Stiamo aggiornando il piano strategico e presenteremo le novità nel primo trimestre del prossimo anno”.