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Kimera EVO38: a Monterey l’auto che evolve lo spirito della Lancia 037

Nella vetrina statunitense questa coupé saprà suscitare l’interesse dei presenti.

Kimera EVO38 musa Lancia 037
Foto Kimera Automobili

La Kimera EVO38 fa il suo sbarco alla Monterey Car Week 2025, kermesse motoristica californiana appena inaugurata, che animerà la splendida costa statunitense fino al 17 agosto. Questa vettura, ispirata alla mitica Lancia Rally 037, può essere vista come una sua discendente ideale: il frutto di un processo evolutivo della specie, gestito con grande cura.

Con lei, in pratica, si è immaginato come la sua musa, probabilmente, sarebbe stata oggi, se la casa torinese avesse continuato a svilupparla. L’obiettivo del modello, voluto da Luca Betti e dai suoi uomini, è stato quello di farne uno strumento per celebrare la passione e l’emozione a quattro ruote, nella dimensione più alta.

Il tutto seguendo un approccio diverso rispetto a molti costruttori di supercar e hypercar dell’era attuale, che si sfidano a suon di potenze e di riscontri cronometrici sul circuito del Nürburgring. Nel caso della Kimera EVO38, il gruppo di lavoro ha dato priorità ad altri elementi, per stimolare i sensi con un’ampia gamma di vibrazioni: estetica raffinata, linee esterne ed interne ad alto indice di carisma, dettagli meccanici di ottima fattura, materiali lavorati artigianalmente.

La tela è condita dagli odori inconfondibili di un’auto da corsa e da sonorità meccaniche ricercate, che proiettano nell’universo dorato dei rally dell’era romantica: quella delle “belve” di gruppo B. Gli elementi prima menzionati sono le chiavi giuste per una stimolazione emotiva di alto lignaggio, oggi più che mai ricercata dai collezionisti e dagli appassionati di tutto il mondo, delusi dal format delle auto elettriche e prive di anima, che i legislatori europei stanno miopemente imponendo.

I sogni, come la Kimera EVO38, derivano da slanci sensoriali, che non si connettono solo al vigore energetico e all’intensità dello scatto da fermo. Questo spiega perché la gente è disposta a spendere grandi cifre solo per gli oggetti realmente in grado di coinvolgere fino al nucleo del cuore, anche se non segnano i riferimenti della specie nell’accelerazione o nella velocità di punta. Quelle sono cifre da bar.

Le emozioni vere derivano prevalentemente da altro e non hanno metriche di natura matematica. O comunque, quando ci sono, queste ultime non sono certo di natura prevalente nella propensione all’acquisto. Il processo di scelta di mezzi del genere è dettato da altri fattori, ben più intimi ed aristocratici rispetto alle semplici cifre, per quanto i numeri siano comunque importanti.

Quest’anno la Kimera EVO38 viene esposta nella kermesse californiana, per essere offerta al godimento del pubblico, come manifesto del marchio che la firma. L’esemplare messo in vetrina è il primo di produzione completo di tutti i pacchetti tecnici, fra i quali soluzioni tecnologiche ed estetiche mai viste prima su un’automobile.

Si segnala, fra gli altri, l’albero di trasmissione centrale della trazione integrale completamente a vista, inserito nel cristallo del tunnel al centro dell’abitacolo. Bella la torretta del cambio totalmente in alluminio ricavato e fresato dal materiale pieno. Emozionante il freno a mano idraulico, come sulle auto impegnate nel World Rally Car.

Anche il ripartitore di trazione sui due assi (posteriore e anteriore), selezionabile su comando, rimanda alle corse, come la regolazione delle mappature di motore ed erogazione. Stessa capacità di adattamento viene offerta per le sospensioni, il controllo di trazione e l’ABS.

Nell’abitacolo si registra la presenza di ampie distese di pelle e Alcantara, con cuciture a mano. Gli inserti in alluminio fresato e fibra di carbonio integrano la tela visiva, regalando una combinazione esotica, che profuma di grande fascino. Non manca una concessione stravagante: per l’accensione della vettura bisogna seguire una procedura simile a quella di avvio di un elicottero o di un mezzo aereo.

Kimera EVO38 musa Lancia 037
Foto Kimera Automobili

Nella strumentazione, gli elementi classici, doverosi su un’auto vocata al romanticismo come questa, convivono con l’elettronica, miscelando con gusto il passato al presente, come accade per l’estetica della carrozzeria. Sotto il cofano posteriore della Kimera EVO38 trova accoglienza un motore a 4 cilindri da 2.2 litri di cilindrata, dotato, come sulla musa ispiratrice, di sovralimentazione (in questo caso a doppia turbina) e di compressore volumetrico.

Così la potenza massima si spinge nel territorio dei 600 cavalli: una cifra esorbitante rispetto alla cubatura del sistema propulsivo, che palesa l’eccellenza delle sue doti con una spinta energica e piena a tutti i regimi di rotazione. Interessanti le alchimie funzionali del sistema di scarico: la ripartizione dei gas orientata verso il sistema silenziato può essere deviata in direzione del terminale diretto grazie a una valvola posta immediatamente dietro il turbo che, se aperta, permette la visione della girante incandescente dal retro della vettura, creando una scenografia unica.

La Kimera EVO38 è speciale anche per questi dettagli, pensati per regalare note aggiuntive di giovamento sensoriale, in un quadro generale che non delude mai su questo fronte. Il punto di forza del modello è la sua natura genuina: la purezza della meccanica viene esaltata al meglio, per trasmetterla perfettamente a chi siede al posto guida. Le emozioni dinamiche sono assicurate, perché l’auto in esame punta ed essere un vero strumento di piacere, focalizzato sul valore dell’esperienza vissuta a bordo.

Solo 38 gli esemplari della specie destinati a prendere forma. Ormai quasi tutti sono stati assegnati, a riprova del successo dell’idea. Con questa vettura, Kimera suona in California un inno d’amore alla meccanica e all’essenza di un’auto sportiva in salsa italiana. In qualche modo possiamo interpretarla come un restomod creativo, che celebra il ricordo della mitica Lancia 037, uno dei simboli assoluti dei rally anni ottanta.

Questa coupé radicale e tecnologicamente avanzata dispone di trazione integrale attiva, completata da differenziali autobloccanti anteriori e posteriori. Così compensa il limite delle sole due ruote motrici, che accorciò la vista sportiva della “progenitrice”, estromettendola dai giochi agonistici, per cedere il passo alla Lancia Delta S4.