Una Ferrari 296 GTS, di colore giallo, è stata la protagonista di un gravissimo incidente che si è consumato sulle strade di San Vicente, città argentina della provincia di Buenos Aires. L’auto sportiva emiliana è sfuggita al controllo del conducente all’incrocio tra la Route 6 e la Route 16. Pare che il tizio stesse andando ben oltre i limiti del buonsenso. Inevitabile l’uscita di strada, che ha proiettato la supercar di Maranello in un fosso. Pare che al volante ci fosse un imprenditore della zona di Caning.
La distruzione del mezzo è stata totale. Impossibile il suo recupero. Ci occupiamo della vicenda, dedicando attenzioni allo stato della Ferrari 296 GTS, solo perché il conducente è uscito miracolosamente vivo, con soltanto qualche leggera ferita sul corpo. Tanto è vero che si è recato da solo in ospedale, per gli accertamenti di rito. Questi hanno scongiurato il peggio. Se non fosse andata così bene per lui, avremmo avuto priorità ben diverse nella narrazione, evitando qualsiasi riferimento alle condizioni del veicolo, nonostante l’amore per le auto di Maranello che segna il cuore dello scrivente.
Pare che nell’uscita di strada, la splendida vettura emiliana si sia scontrata con un palo: la situazione peggiore in casi del genere, perché quando l’energia cinetica si scarica su una superfice limitata, viene dissipata nel peggiore dei modi. Per fortuna è andata (relativamente) bene, senza morti o feriti gravi. Gli investigatori sono al lavoro per capire cosa è successo e per mettere a fuoco le ragioni della fretta del “pilota” della supercar protagonista del crash. Desta sospetto il fatto che la targa della vettura risulti ancora sconosciuta agli archivi della polizia. Credo che presto sapremo cosa è successo, anche se tutto, al momento, è avvolto nel mistero.
In attesa di saperne di più, spendiamo due parole sulla Ferrari 296 GTS, gran turismo di tipo targa che ha aperto un nuovo capitolo nel prestigioso libro delle sportive di Maranello. Questa straordinaria vettura a due posti secchi, con motore centrale-posteriore, dà continuità a una famiglia di auto che annovera nelle sue file modelli come le 458 Spider, 488 Spider ed F8 Spider. Come esse, si giova di un tetto rigido retrattile (RHT), ma con l’introduzione di una sorta di roll-bar ad arco, che segna un cambio di passo visivo, legato alla tradizione delle vecchie Sport. Evidenti, nell’area del lunotto (e non solo), i richiami estetici alla mitica 250 Le Mans, che ha scritto pagine di storia nobile nell’antologia della casa di Maranello.
L’energia propulsiva della Ferrari 296 GTS giunge da un motore endotermico V6 biturbo da 2.992 centimetri cubi di cilindrata, con angolo di 120° fra le bancate, accoppiato a cuore elettrico plug-in (PHEV). Il primo fornisce la maggior parte della dotazione energetica, oltre alle magnifiche note sonore offerte al giovamento dell’apparato uditivo. Il secondo dà un apporto integrativo, aggiungendo note di prontezza ai bassi regimi. La potenza massima combinata (o di sistema) è di 830 cavalli di razza, erogati a 8.000 giri al minuto. Una cifra pazzesca rispetto alla cubatura. Di riferimento anche la coppia motrice, pari a 740 Nm a 6.250 giri al minuto.
Il quadro prestazionale è nettamente migliore rispetto a quello espresso dalle scoperte “coi buoi dietro il carro” offerte come opzioni di accesso a questa tipologia di veicoli nella gamma del “cavallino rampante”. Le metriche sono molto esplicative: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.9 secondi, da 0 a 200 km/h in 7.6 secondi, velocità massima di oltre 330 km/h. Il quadro emotivo regala una intensità di coinvolgimento che supera lo splendore delle cifre, elargendo scariche di adrenalina senza paragoni. Con la Ferrari 296 GTS gli uomini del “cavallino rampante” hanno creato un capolavoro, nonostante il frazionamento a soli 6 cilindri e un’estetica poco carismatica nella parte anteriore.