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Citroën BX Break: 40 anni per la station wagon del “double chevron”

Non esalta l’apparato emotivo, ma questa vettura ha personalità di vendere.

Citroën BX Break
Foto Citroën official web site

La Citroën BX Break declinava in versione familiare l’omonima berlina della casa francese. Sono passati 40 anni dal lancio di questa station wagon dai tratti fortemente geometrici. La sua carrozzeria sembrava disegnata con la squadretta ed offriva alla vista un trionfo di linee rette e spigoli vivi.

Del resto, la firma stilistica del modello di partenza era quella di Marcello Gandini per Bertone. Stiamo parlando dello stesso autore di auto come la Lamborghini Countach e la Lancia Stratos, legate a questa matrice espressiva, di cui divennero simbolo nell’immaginario collettivo, con la forza del loro carisma.

Il designer torinese fu vincolato nel lavoro progettuale della Citroën BX Break dal dovere, imposto dal management del “double chevron”, di prendere spunto dalla concept car Reliant FW11 del 1977, sempre di Bertone. Pur nei limiti imposti da questa rete, seppe comunque infondere i suoi stilemi e la sua concezione visiva al prodotto.

La Citroën BX Break, come dicevamo, fu presentata al grande pubblico quando le lancette del tempo segnavano il 1985. Sono passati 40 anni da quel momento. Un’eternità in ambito automobilistico, per il vigore dei cambiamenti indotti dal tempo.

Citroën BX Break
Foto Citroën official web site

Quella vettura era una giardinetta squadrata e ricca di personalità, impossibile da confondere con opere di altri marchi. La sua realizzazione avvenne a cura di Heuliez. Rispetto alla berlina offriva, ovviamente, una maggiore capacità di carico. Qui ci si poteva spingere fino a 1.800 litri con lo schienale del divano posteriore abbassato, grazie anche ai 17 centimetri in lunghezza guadagnati da questa declinazione del modello. Un bel regalo fatto al bagagliaio, per quanto penalizzante sul fronte stilistico.

Sulla Citroën BX Break non potevano mancare le sospensioni idropneumatiche: una sorta di marchio di fabbrica. Da segnalare la presenza di un impianto frenante a quattro dischi, per rallentamenti affidabili e sicuri. Sul fronte propulsivo, la scelta cadde su unità a benzina da 1.4, 1.6 e 1.9 litri. Per quanto concerne l’alimentazione diesel, si puntò su cuori da 1.8 e 1.9 litri di cilindrata. Lecito dire che varie esigenze potevano essere soddisfatte da un simile ventaglio di scelte, con diversi step di potenza a disposizione della clientela.

Nel mese di luglio del 1986 giunse sul mercato la Citroën BX Break di seconda serie. A curare la rivisitazione stilistica del modello provvide il centro stile interno della casa automobilistica francese, che cambiò solo piccoli dettagli del design iniziale di Marcello Gandini per Bertone: noblesse oblige! Più corposi gli interventi eseguiti nell’abitacolo, per conferirgli un tocco più classico, forse meno in linea col look della carrozzeria, ma più adatto ai nuovi gusti e ai bisogni funzionali dell’utenza.

In questa veste la vettura transalpina, nelle diverse varianti rimaste in listino, si avviò alle fasi conclusive del ciclo produttivo. Nel 1993 giunse al suo epilogo la carriera della berlina. L’anno dopo fu il turno della Citroën BX Break, che chiuse il cerchio commerciale. Oggi nessuno impazzisce per lei, come del resto successe nel corso della sua fase costruttiva, ma è innegabile la forza della personalità di questo modello del “double chevron”.