Diversi autori si sono misurati nel tempo col tema del “cavallino rampante“, partorendo eresie più o meno estreme. Appartiene alla specie la Conciso, una concept car in esemplare unico firmata dallo studio di design di Bernd Michalak. La donatrice di organi è stata una Ferrari 328 GTS, tristemente sacrificata nel 1989 per la discutibile causa.
Sono passati tanti anni da quell’atto blasfemo, che continua a produrre l’orticaria negli appassionati più tradizionalisti, categoria della quale ritengo di far parte. Il minimalismo è la sua religione, professata in ogni elemento della tela espressiva, con un unico obiettivo: mettere solo ciò che è strettamente necessario, senza aggiungere un grammo di troppo. Una filosofia più simile a quella della Lotus che della Ferrari.
Come dicevamo, per raggiungere lo scopo fu “cannibalizzata” una 328 GTS di seconda mano, con basso chilometraggio all’attivo. Il telaio della “rossa” fu spogliato della sua carrozzeria, sostituita da un abito completamente diverso, plasmato in lega di alluminio. L’esito del lavoro fu un oggetto da divertimento, senza portiere e con parabrezza appena accennato. Nessun vezzo: solo la ricerca estrema della leggerezza, che si coglie anche nell’abitacolo, dove c’è lo stretto necessario…e forse anche meno.
Il dato alla bilancia risultava del 30% inferiore rispetto a quello della donor car, ma il fascino dell’opera non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello della fantastica gran turismo di Maranello. Troppo ingombrante il paragone con la Ferrari 328 GTS per esprimersi positivamente sulle note stilistiche della sua derivazione, più simile a un go-kart carenato che a un’auto, almeno sul piano visivo. Qui le sinuose alchimie della vettura emiliana svanirono nei meandri di una ricerca estetica di taglio completamente diverso e assai meno seducente. Non esiste possibilità di confronto sul piano dialettico, al netto dell’eresia, che comunque pesa fortemente nell’approccio culturale alla Conciso.
Ovviamente il peso ridotto ha avuto delle ripercussioni positive sulle performance rettilinee, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 5 secondi netti, contro i 6.3 dell’auto di partenza. La velocità massima dichiarata si spinge nel territorio dei 278 km/h. Penso che nessuno l’abbia condotta al limite.
L’impressione è che questa sia stata soprattutto un’auto da salotto, nonostante la sua capacità di regalare grande divertimento di guida, con la formula filosofica della barchetta, connessa alla tradizione del “cavallino rampante”. La Conciso oggi viene ricordata più per la sua natura di esemplare unico che per la ricercatezza stilistica e filosofica. Il target iniziale era quello di una produzione in piccola serie, ma il progetto svanì.
Doveroso, a questo punto, spendere due parole sulla Ferrari 328 GTS, sua base di lavoro. Questa, pur non essendo mai stata la “rossa” più esclusiva o più veloce, ha fascino da vendere. Il colpo d’occhio regalato a chi ne osserva i tratti è di quelli che fanno la gioia degli appassionati e di tutti gli amanti dell’arte. Il merito è delle linee flessuose e sportive della carrozzeria, frutto dell’arte di Pininfarina. Unico il suo carisma, che profuma della migliore tradizione del marchio emiliano.
Nata come evoluzione della precedente 308, ne costituisce un abile aggiornamento. Sotto il cofano posteriore libera la sua energia un motore V8 da 3.2 litri di cilindrata, rigorosamente aspirato, che eroga una potenza massima di 270 cavalli. Quanto basta per scattare da 0 a 100 km/h in 6.3 secondi e da 0 a 1.000 metri in 25.7 secondi. La punta velocistica si fissa a quota 270 km/h.
Fonte | RM Sotheby’s