L’iconica Lancia Aurelia celebra il suo primo quarto di secolo. Questa vettura ha riscritto le regole del lusso nel mondo automobilistico tra il 1950 e il 1958 con la sua ineguagliabile eleganza, le elevate prestazioni e i progressi tecnologici, diventando un’icona nella memoria collettiva degli amanti delle auto d’epoca.
Lancia Aurelia ha rappresentato una pietra miliare nel mondo automobilistico degli anni ’50
In termini di tecnologia, la Lancia Aurelia fu pioniera nel settore, essendo la prima auto a montare un motore V6 prodotto in serie. Questo design innovativo, unito alle sospensioni indipendenti sulle quattro ruote e al complesso sistema di assale posteriore che integrava frizione, cambio, differenziale e freni, la pose all’avanguardia per l’epoca.
La gamma di Lancia Aurelia si espanse in un’ampia varietà di versioni che conquistarono il cuore di pubblico e critica. Così, la berlina B10 offrì un’esperienza di guida raffinata. Concepita come un’auto di prestigio dallo stile innovativo, incarnava il meglio dell’eredità Lancia tra le due guerre, come le iconiche portiere con apertura in senso opposto, ereditate da leggende come la Lancia Augusta e l’Aprilia. Si distingueva per le linee pulite e minimaliste. Il suo frontale a calice, che combina verticalità e orizzontalità con il logo del marchio al centro, divenne un segno distintivo della casa italiana, proseguendo fino all’attuale Lancia Ypsilon. Al cinema, la sua apparizione ne “La signora senza camelie” (1953), con Lucía Bosé e regia di Michelangelo Antonioni, fu molto nota.
Nella sua versione più sportiva, la Lancia Aurelia Coupé B20 Gran Turismo (1951) fu l’antesignana delle coupé italiane degli anni ’50. Progettata da Felice Mario Boano e rifinita da Pininfarina, fu la prima gran turismo a utilizzare la configurazione 2+2, che poi divenne standard in questo segmento. La sua estetica rimane attuale ancora oggi grazie alle linee pulite, alla silhouette fastback, alle fiancate lisce con due porte e al design spiovente, che ne esalta il dinamismo.
Gli amanti dei fumetti ricorderanno il suo aspetto inconfondibile per il ruolo da protagonista nell’album “Le avventure di Tintin”, “L’affare Calculus” (1956), dove è protagonista di un frenetico inseguimento in cui, oltre a dare la caccia a un sospettato, il pilota Arturo Benedetto Giovanni Giuseppe Pietro Archangelo Alfredo Cartoffoli da Milano voleva dimostrare la superiorità delle auto e dei piloti italiani. La verità è che l’autore di Tintin, il fumettista belga Hergé, era un grande ammiratore della Lancia e possedeva una Lancia B20 Gran Turismo rossa, che servì da ispirazione per le sue vignette.

La fama della Lancia Aurelia attraversò l’Atlantico e raggiunse le coste del Pacifico grazie alla versione B24 Spider. Conosciuta negli Stati Uniti come “Spider America” per l’enorme successo sul mercato nordamericano, acquisì particolare prestigio per il suo design audace e le finiture sportive, caratterizzate da un volante in alluminio a tre razze, un cruscotto curvo e un quadro strumenti con tre indicatori circolari. In Italia, la spettacolare Lancia Aurelia B24 Convertible è ricordata come l’auto di Vittorio Gassmann nell’iconico film di Dino Risi “Il Sorpasso” (1961).