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Citroën: dalla 2CV alla C3, la casa francese da sempre ha un ruolo cruciale nella mobilità per tutti

Oggi è la nuova C3, nel contesto di un’epocale transizione energetica, a guidare la rivoluzione elettrica

Citroën

Il 27 luglio 1990, alle ore 16, nello stabilimento di Mangualde in Portogallo, usciva dalla linea di montaggio l’ultima Citroën 2CV: una Charleston grigia accolta con emozione dagli operai e accompagnata dalla musica di una banda. Poco dopo, lo stabilimento fu convertito per produrre la Citroën AX, allora in forte espansione commerciale.

Le origini della 2CV risalgono al 1935, quando Pierre-Jules Boulanger, subentrato alla guida dell’azienda dopo André Citroën, diede il via al progetto TPV (Toute Petite Voiture). L’obiettivo era ambizioso: creare un’auto semplice, economica e adatta a tutti, in grado di rivoluzionare la mobilità delle masse. L’obiettivo? Realizzare un’auto economica, semplice, comoda e accessibile a tutti. Doveva trasportare due persone con merci, percorrere 100 km con soli tre litri di carburante e garantire velocità e robustezza.

Rivoluzionare la mobilità e renderla accessibile: un impegno storico di Citroën

Nonostante la guerra ne rallentasse lo sviluppo, il debutto ufficiale avvenne nel 1948 a Parigi. Conquistò il pubblico per la sua funzionalità e il prezzo contenuto, diventando un’icona dell’automobilismo. Fedele ai valori di innovazione e popolarità, la 2CV ha segnato un’epoca, incarnando lo spirito audace della Citroën. Nel cuore della celebre Citroën 2CV batte anche un’anima italiana. Oltre al designer Flaminio Bertoni, fu decisivo il contributo dell’ingegnere Walter Becchia, nato a Casale Monferrato nel 1896. Emigrato in Francia per motivi politici, trovò lavoro in Talbot-Lago, dove affinò la sua esperienza sui motori. Nel 1939 fu chiamato da Citroën e, nonostante le difficoltà della guerra, iniziò a lavorare nel 1941 sul motore della futura utilitaria TPV.

Walter Becchia sviluppò un innovativo motore bicilindrico orizzontale, ispirandosi a un propulsore motociclistico danneggiato. Ne nacque il celebre “Tipo A” da 375 cc, capace di erogare 9 CV e raggiungere i 60 km/h, montato sulla Citroën 2CV al suo debutto nel 1948. Nel corso degli anni, questo motore venne costantemente migliorato fino a toccare i 29 CV. Non solo alimentò la 2CV, ma anche modelli iconici come Dyane, Méhari e Ami. Con oltre 6,9 milioni di esemplari tra la 2CV e le sue derivate, questa meccanica semplice e geniale ha segnato un’epoca, diventando un simbolo senza tempo, ancora oggi celebrato e reinterpretato.

Citroen C3 2024

Nel solco di questa tradizione, la nuova Citroën C3 prosegue la missione del marchio verso una mobilità concreta e alla portata di tutti. Alla motorizzazione benzina PureTech 100 si affianca la recente Hybrid 100 e-DCS6, dotata di cambio automatico a doppia frizione e sistema ibrido leggero, per offrire un perfetto equilibrio tra prestazioni, efficienza e comfort

Al centro della svolta elettrica di Citroën c’è la nuova ë-C3, compatta a zero emissioni pensata per democratizzare l’accesso alla mobilità elettrica. Offre fino a 440 km di autonomia urbana e ricarica rapida all’80% in appena 26 minuti, mantenendo un prezzo competitivo in linea con la visione del marchio. Nei primi sei mesi del 2025, C3 si conferma il modello a benzina più venduto in assoluto e il riferimento tra le elettriche del proprio segmento. Completa l’offerta la nuova C3 Van, anche in versione elettrica, pensata per i professionisti, ampliando ulteriormente la versatilità e l’appeal della gamma.