Secondo indiscrezioni riportate da Reuters, il gruppo Exor, controllato dalla famiglia Agnelli, potrebbe vendere Iveco. Ci sarebbe già una trattativa per la cessione dell’azienda che produce camion e veicoli commerciali con il gruppo indiano Tata Motors. Ma questa azienda non sarebbe l’unica ad aver chiesto informazioni a Exor. Secondo quanto riporta Reuters nella trattativa con Tata non rientrerebbe la vendita di Idv, ovvero le attività nel settore difesa.
Exor tratta la vendita di Iveco: Tata Motors interessata
La notizia della possibile vendita di Iveco ha suscitato diverse reazioni, inclusi commenti politici e sindacali. Sul fronte finanziario, il titolo ha registrato un notevole incremento a Piazza Affari. Dopo indiscrezioni mai smentite da Exor, il titolo è salito fino al 9%, chiudendo con un aumento dell’8,32% a 16,6 euro. Tata, il potenziale acquirente, ha una lunga storia di prossimità con l’ex-Lingotto. Exor, primo azionista di Iveco con oltre il 27%, ha visto aumentare le sue azioni dello 0,56% a 89,5 euro ad Amsterdam, mentre vari fondi detengono quote minori.
Carlo Calenda, leader di Azione, ha lanciato un appello al governo chiedendo un intervento immediato sulla possibile cessione di Iveco al gruppo Tata. Secondo Calenda, è fondamentale verificare se Elkann stia davvero trattando la vendita e, in tal caso, porre vincoli su occupazione e tutela dei brevetti tramite il golden power. Anche i sindacati hanno espresso forte preoccupazione, inviando una lettera al ministro Urso per chiedere chiarimenti urgenti. Temono infatti per il futuro dei dipendenti, considerando anche le voci sullo spin-off della divisione Defence, già segnalate in precedenti comunicazioni al ministero.
La Fiom ha espresso forte preoccupazione per le indiscrezioni sulla possibile vendita di Iveco, non smentite dall’azienda. Secondo il sindacato, lo scorporo della divisione Defence sarebbe parte di un disegno più ampio volto a smantellare progressivamente il settore automotive italiano, come già avvenuto con Ferrari, Marelli e CNH Industrial. La Fiom chiede al governo di bloccare ogni operazione che possa minacciare siti produttivi e occupazione, denunciando un impoverimento industriale del Paese. Anche la Uilm si è detta allarmata e ha sollecitato un incontro urgente al Mimit, temendo per i 14.000 lavoratori e criticando la gestione europea della transizione elettrica.