Carlo Calenda torna a puntare l’attenzione su Stellantis, commentando i dati relativi alla produzione nei primi sei mesi del 2025, che evidenziano un netto peggioramento. “La produzione di Stellantis nei primi 6 mesi di quest’anno ha raggiunto un nuovo minimo con una caduta del 27% rispetto all’anno precedente, che era già una tragedia,” ha dichiarato.
Carlo Calenda preoccupato dal crollo della produzione di Stellantis in Italia
Il calo diventa ancora più marcato se si considerano esclusivamente le automobili: “circa il 32 o il 33 per cento”. Calenda denuncia anche la totale assenza di una risposta politica adeguata a questa crisi: “Cosa sta succedendo nella politica italiana di fronte a questi numeri drammatici? Zero ma zero, niente”. Le proiezioni per il 2025 indicano una produzione complessiva inferiore alle 400 mila unità, un dato ben lontano dai tempi in cui, con Marchionne alla guida, si toccava quota un milione. “Siamo al disastro”, conclude amaramente.
Carlo Calenda ha proseguito la sua critica alla gestione di Stellantis, definendo l’attuale situazione “un disastro per tutta la filiera”, accusando il ministro Urso di continuare a promettere obiettivi irrealistici: “continua ad andare in giro a dire che faremmo un milione di veicoli”. Il leader di Azione ha poi ricordato il recente cambio al vertice della divisione italiana, riferendosi ad Antonio Filosa: “Hanno cambiato l’ad, che andrebbe chiamato immediatamente in audizione al Parlamento, ma a nessuno frega niente”.
Secondo Calenda, “l’opposizione di Stellantis non parla”, mentre “stiamo perdendo anno dopo anno un settore industriale, nell’ignavia generalizzata”. Per questo, annuncia: “chiederemo di calendarizzare un’audizione bicamerale, Camera e Senato, del nuovo amministratore delegato”. In un altro tweet, punta il dito verso la famiglia Elkann: “Stellantis è a pezzi e i marchi FCA in costante calo da quando è morto Marchionne”, concludendo: “forse, dico forse, c’è un problema al vertice”. A domanda diretta su alcuni nuovi modelli, Calenda replica secco: “Appunto, sono ciofeche”. Un giudizio decisamente severo.