Una splendida Alfa Romeo Tipo 33/2 “Daytona” del 1968 sarà offerta alla tentazione dei potenziali acquirenti nell’asta di metà agosto organizzata a Monterey (Florida) da RM Sotheby’s. Si tratta di quella con telaio 015 e vanta dei trascorsi agonistici importanti, nell’epoca d’oro delle gare endurance.
L’esemplare in catalogo disputò, nel suo periodo storico, alcune delle sfide automobilistiche più importanti di sempre, affrontando le insidie di gare leggendarie. Citiamo le più significative: la 24 Ore di Daytona, la Targa Florio e la 1000 km del Nürburgring del 1968; la 1000 km di Monza e la 1000 km di Spa del 1969.
Questa Alfa Romeo Tipo 33/2, ritenuta la prima a godere della spinta di un motore V8 da 2.5 litri, è stata guidata nel mondo dorato delle corse da assi del volante come Mario Andretti, Nino Vaccarella e Lucien Bianchi. Si tratta di uno dei circa 10 esemplari della specie sopravvissuti ed è una tentazione forte per i collezionisti in cerca di un’auto straordinaria, per impreziosire la propria raccolta.
Le stime della vigilia, ovviamente, sono degne del prestigio del lotto. Gli specialisti prevedono un incasso di vendita fra 1.700.000 e 2.000.000 di dollari, pari rispettivamente, col cambio odierno, a 1.500.000 e 1.750.000 euro. Non proprio briciole, ma cifre congrue al suo lignaggio.
L’Alfa Romeo T33/2 messa all’asta scese in pista coi colori dell’Autodelta nel 1968 e con quelli del Team VDS nel 1969. Nei primi anni settanta prese parte, in forma privata, ad alcune corse in Angola. Torneremo più avanti sui trascorsi agonistici di questo esemplare. Prima ci concediamo un breve ripasso delle caratteristiche del modello, considerato fra i più nobili della tradizione sportiva del “biscione”.
Sviluppata in gran parte dalla già citata Autodelta dell’ex ingegnere Ferrari Carlo Chiti, che di fatto era il ramo corse della casa automobilistica milanese, la Tipo 33/2 “Daytona” faceva sfoggio di tecnologie molto evolute. Inizialmente la spinta era affidata a un potente motore V8 da 2.0 litri, ancorato ad un telaio di matrice evoluta. La leggera carrozzeria poteva essere chiusa o aperta, come sulle contemporanee Ferrari 330 P4.
Una manciata di esemplari della specie furono dotati di unità propulsive da 2.5 litri di cilindrata. Quello messo all‘asta a Monterey da RM Sotheby’s è il primo della serie con questa cubatura più generosa. Pare che, equipaggiato in tal modo, il telaio 015 disputò due delle sue quattro gare del 1968.
La vettura di cui ci stiamo occupando fece il suo debutto in corsa alla 24 Ore di Daytona, ancora con l’unità propulsiva di cilindrata inferiore. Al volante si alternarono Lucien Bianchi e Mario Andretti. I due chiusero le danze al quinto posto di classe e al sesto posto assoluto. Davvero niente male per un mezzo col cuore da 2.0 litri.
Alla Targa Florio prese parte con il motore da 2.5 litri, portato al debutto in Sicilia. Sul piccolo circuito delle Madonie, l’Alfa Romeo Tipo 33 “Daytona” ebbe fra gli interpreti Nino Vaccarella, che mantenne il secondo posto per due giri, prima di cedere il volante a Udo Schütz. Il pilota tedesco, sfortunatamente, mandò in testacoda la vettura contro un muro, dopo aver incrociato della ghiaia. Inevitabile il ritiro.
Alla 1000 km del Nürburgring, due settimane dopo, Schütz e Lucien Bianchi ottennero il quarto posto di classe (e il settimo assoluto). Tra i risultati più importanti messi a segno nel 1969 si possono citare il quinto posto nella sua categoria (ottavo assoluto) alla 1000 km di Monza e il quinto posto di categoria (sesto assoluto) alla 1000 km di Spa.
Quando le lancette del tempo segnarono l’arrivo del 1979, questa Alfa Romeo Tipo 33/2 “Daytona” finì nelle mani di un pilota portoghese, che si concesse l’acquisto del mezzo, portato in Angola. Nell’ex colonia disputò diverse gare, ottenendo almeno cinque vittorie. Poi alcuni passaggi di mano. L’auto finì a Lisbona.
Nel 1994 ebbe inizio una breve parentesi in Italia, nel corso della quale fu sottoposta a restauro, sotto le amorevoli cure di Marcello Gambi, ex meccanico di Autodelta. Negli anni duemila un ulteriore restauro ed altri passaggi di proprietà. Con le luci del ritrovato splendore, la vettura prese parte ad alcune edizioni della Le Mans Classic. Partecipò anche alla Monterey Historic del 2009. Tre anni dopo fece il suo ingresso nel garage dell’attuale venditore.
Ora la splendida Alfa Romeo Tipo 33/2 “Daytona” si appresta a vivere un’altra parentesi, in un nuovo garage o, magari, in una prestigiosa struttura museale. Qualche anno fa i suoi ultimi impegni in pista, su circuiti come Watkins Glen, Silverstone, Nürburgring, Zandvoort, Spa. Poi il motore è stato sottoposto ad una ricostruzione completa, nel corso del 2018, documentata da foto e fatture per oltre 65.000 dollari.
Da notare che l’auto presenta una portiera lato guida modificata per facilitare l’accesso. La livrea è quella della Targa Florio del 1968, disputata col numero di gara 220. Come altre auto del “biscione” degli anni romantici, questa “belva” da corsa ha un fascino speciale, i cui riflessi continuano a dare benefici all’immagine del marchio, nonostante alcune scelte infelici prese nell’era moderna dai manager della casa milanese. L’esemplare giunge dalla “Quadrifoglio Collection“, una raccolta strepitosa di auto del “biscione”.
Questa Alfa Romeo Tipo 33/2 Daytona apre una finestra unica sull’heritage agonistico del costruttore lombardo. Si tratta di un prototipo iconico, che regala un tuffo nei tempi romantici del motorsport. Difficile resistere alla tentazione di fare qualche rilancio, nella speranza di entrarne in possesso, ma il privilegio sarà riservato a pochi eletti, per il tenore delle cifre in ballo. Che dire? Fortunati quanti potranno permettersi di rincorrere il sogno e chi, soprattutto, riuscirà a coronarlo.









Fonte | RM Sotheby’s