Nel mondo dell’automobilismo italiano, a volte le connessioni tra marchi storici si rinnovano in modi sorprendenti. È quanto accaduto recentemente tra Maserati e Ferrari, due icone del Made in Italy su quattro ruote, protagoniste di un curioso intreccio.
Maserati ha infatti fornito una flotta di auto destinate ai manager Ferrari, una mossa che potrebbe sembrare una semplice scelta logistica, ma che alcuni vedono come un potenziale indizio di un riavvicinamento più profondo. Per capire la portata di questo evento, è utile fare un salto indietro nel tempo.
Nei primi anni Duemila, entrambe le case automobilistiche facevano parte del grande universo Fiat. In quel periodo, Maserati beneficiava di motorizzazioni Ferrari, permettendo ai clienti di guidare modelli come berline, coupé e SUV con il cuore pulsante del Cavallino Rampante sotto al cofano. Tuttavia, nel 2016 Ferrari si è separata ufficialmente dal gruppo attraverso uno spin-off, acquisendo l’indipendenza e lasciando Maserati sotto il controllo di FCA, oggi parte del colosso Stellantis.
Le loro strade si sono formalmente divise, ma le speculazioni su una possibile cessione del brand del Tridente, magari proprio in direzione Maranello, non si sono mai spente del tutto. Stellantis ha sempre smentito ogni voce su una vendita, mentre Maserati attraversa un periodo delicato, complice una transizione verso l’elettrico che non ha ancora convinto pienamente il mercato. Il nuovo piano industriale, atteso entro giugno 2025, dovrebbe segnare una svolta e riconquistare il favore degli appassionati.
Nel frattempo, il CEO di Maserati Santo Ficili ha annunciato la consegna a Ferrari di dodici veicoli aziendali, tra cui nove Maserati Grecale (di cui due nella versione 100% elettrica Folgore), due Alfa Romeo Giulia e un Alfa Romeo Stelvio. Le vetture saranno utilizzate dai dirigenti Ferrari come mezzi di servizio quotidiano. “È stato un onore visitare la storica sede Ferrari a Maranello per consegnare queste auto”, ha dichiarato Ficili su LinkedIn, sottolineando come questa fornitura rappresenti il primo passo di un accordo più ampio, destinato a rafforzare i legami tra i due marchi.
La scelta è senza dubbio pratica, Ferrari non produce auto adatte all’uso quotidiano dei manager, ma anche simbolica. Maserati torna a orbitare attorno al mondo di Maranello, in un periodo in cui la riorganizzazione del settore automotive spinge verso nuove alleanze e sinergie tra marchi italiani. Il fatto che Exor, la holding che controlla Ferrari, sia anche un attore chiave in Stellantis, non fa che alimentare ulteriori speculazioni su possibili sviluppi futuri.