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Fiat 1400: 75 anni per la prima auto a scocca portante del marchio

Stile americaneggiante e architetture inedite per questo modello del brand piemontese.

Fiat 1400
Screenshot da video YT effeNovanta e

Compie 75 anni di vita la Fiat 1400, una vettura che non scatena i sogni con grande energia. Pur non essendo in cima ai desideri degli appassionati, vanta alcune caratteristiche di rilievo, almeno nell’ambito della produzione della casa torinese. Su tutte la scocca portante, introdotta con lei per la prima volta nella sua gamma, al posto della struttura a telaio di supporto.

Nata come berlina e poi declinata anche in versione cabriolet, in sostituzione della vecchia 1500, raccolse un buon seguito commerciale, testimoniato dai circa 180 mila esemplari prodotti. Poi giunse il motore 1900, che diede vita ad altre 20 mila unità. Qui, però, ci occupiamo della prima declinazione della serie, quella col cuore di cilindrata più contenuta.

La Fiat 1400 era generosamente dimensionata, rispetto ai canoni dei modelli medi circolanti nel Belpaese in quella fase storica. Ecco le sue misure: 4305 millimetri di lunghezza, 1655 millimetri di larghezza, 1500 millimetri di altezza. Il passo, di 2650 millimetri, dava un contributo importante all’ottima abitabilità del modello.

L’arrivo di questa berlina sul mercato dopo il secondo conflitto mondiale fu anche il frutto della voglia di guardare al futuro con ottimismo, in un clima di ritrovata serenità. Ciò spiega pure le scelte ingegneristiche più ardite messe in campo sul modello. Lo stile della carrozzeria della Fiat 1400 ammiccava in parte ai gusti della clientela americana, per cercare di entrare nelle simpatie di quel bacino di sbocco, anche se i volumi produttivi messi a segno furono in pratica quasi tutti casalinghi.

Fiat 1400

Quando fece il suo debutto, al Salone di Ginevra del 1950, suscitò molta curiosità, ma non seppe scatenare riti di passione. Del resto, non era neppure questo il suo scopo. Il fatto che lo stile fosse meno italiano del solito lasciava però spazio a qualche perplessità.

Sposava le migliori note Made in Italy, invece, il motore, partorito dalla geniale mente creativa dell’ingegnere Dante Giacosa. Il grande progettista sviluppò un cuore a 4 cilindri, da 1.4 litri, in grado di erogare una potenza massima di 44 cavalli a 4.400 giri al minuto, su un peso di 1.130 chilogrammi.

Le prestazioni, ovviamente, erano lontane anni luce da quelle dei bolidi che vincevano alla Mille Miglia. Qui, a fatica, si raggiungevano i 120 km/h di velocità, ma in fondo il target di riferimento non era quello dei piloti o degli aspiranti tali. Fra i punti di forza dell’unità propulsiva, la sua capacità di guadagnare cubatura, in modo considerevole, con la semplice estensione della corsa, senza toccare l’alesaggio.

Fiat 1400

Nel 1952 giunse la versione 1900, con 58 cavalli al servizio del comando dell’acceleratore. Qui il temperamento si faceva più brioso. Meglio curate le finiture, con un assemblaggio e dei materiali di qualità maggiore. Gradito l’arrivo di un cambio a 5 rapporti, che permetteva una gestione migliore del mezzo. Al motore a benzina fu poi affiancato quello diesel, quando le lancette del tempo segnavano l’anno 1953. Solo una parte minima della clientela lo scelse.

Nella versione a gasolio il quadro prestazionale si faceva ancora più blando, per il maggior peso, per il tipo di erogazione e per la minore potenza espressa dal 4 cilindri, anche qui da 1.9 litri, che non si spingeva oltre i 40 cavalli di potenza, espressi a 3.200 giri al minuto. La sua parentesi commerciale durò poco: meno di due anni, a riprova dello scarso gradimento.

Molto più appetibile, sul piano emotivo, la versione Cabriolet della Fiat 1400 che, sebbene prodotta in piccole cifre, sapeva far sognare, aggiungendo delle note glamour al piacere della guida a cielo aperto. Nel tempo nacquero alcune versioni speciali del modello, frutto dell’impegno di alcuni carrozzieri esterni, che si prestarono alla rielaborazione del tema.

Nel 1954 fece il suo debutto un restyling della Fiat 1400, accompagnato da alcune novità sulla sua unità propulsiva, che segnò un incremento di 6 cavalli nella potenza massima, contro i 3 guadagnati dall’allestimento a gasolio. La 1900 a benzina, nell’ambito dello stesso processo di rinnovamento, si spinse a quota 70 cavalli.

Nel 1956, la 1400 raggiunse gli 58 cavalli. A ruota, la sorella maggiore fu potenziata a 80 cavalli. In questa veste, le due varianti accompagnarono il modello al suo congedo di mercato, per lasciare spazio nel listino Fiat alle successive 1800 e 2100, che ne presero il posto qualche tempo dopo. Ricordiamo che la versione diesel della Fiat 1400 fece di questo modello anche la prima vettura italiana ad essere equipaggiata con un motore a gasolio.