La Dino 246 GT è una splendida opera del “cavallino rampante”. Si può considerare, senza timore di smentita, una delle più belle sportive di casa Ferrari, anche se non porta il simbolo di Francesco Baracca. Un esemplare della specie si appresta ora a passare di mano. L’opportunità dell’acquisto viene offerta dall’asta di RM Sotheby’s di venerdì 24 gennaio, che andrà in scena in Arizona. Qui gli appassionati più facoltosi potranno contendersi il prezioso esemplare, immatricolato nel 1972.
Le stime della vigilia fanno svanire i sogni di molti e si spingono in un ventaglio di cifre da 330 mila a 425 mila euro: davvero tanti per chi vive con un normale reddito da dipendente o da piccola partita IVA, ma perfettamente in linea con le quotazioni del modello.
La Dino 246 GT proposta da RM Sotheby’s è rimasta nelle mani dello stesso proprietario negli ultimi 22 anni. In questo lasso di tempo è stata trattata e restaurata con cura. Il modello sfoggia numeri corrispondenti di motore, cambio e carrozzeria: così si legge nella scheda descrittiva del lotto. Spicca subito all’attenzione la non rituale verniciatura Rosso Rubino di fabbrica, abbinata agli interni in Beige, che completano in pendant il pacchetto cromatico. L’esemplare in esame ha portato a casa dei trofei di classe negli incontri regionali del Ferrari Club America del 2016 e 2017.
Questa coupé della casa di Maranello è identificata dal telaio numero 03090. Come dicevamo, si tratta di un’auto particolarmente autentica. All’inizio fu destinata al mercato statunitense. Il suo assemblaggio fu completato a dicembre del 1971. Un mese dopo giunse nei saloni espositivi dell’importatore Luigi Chinetti. Dopo diversi anni trascorsi negli Stati Uniti, nel 2002 prese la strada del Canada, per entrare nel garage dell’attuale venditore. Bassa la percorrenza accumulata nel tempo: solo 45.817 miglia. Con le sue credenziali ha un forte livello di appetibilità per i collezionisti.
La Dino 246 GT, come riferito in più occasioni, è una delle Ferrari più sensuali di sempre, anche se non porta il “cavallino rampante” sul cofano. I suoi tratti hanno qualcosa di magico. Pininfarina, nel definirli, ha avuto quasi un’ispirazione divina, tanto è il suo splendore. Molti ritengono che sia un capolavoro di stile. Io sono fra questi.
Il compito della spinta fa capo a un motore V6 da 2.4 litri di cilindrata, che sviluppa 195 CV di potenza massima, regalati con il contorno di suggestive note sonore. L’energia viene gestita tramite un cambio manuale a 5 rapporti e giunge al suolo con la sola trazione posteriore: un must per auto di questo genere.
Il quadro prestazionale non è da bolide da pista, ma regala un comportamento particolarmente tonico, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7.2 secondi e una velocità massima di 235 km/h. Tenendo conto della cilindrata e del frazionamento, possiamo dire che nel suo periodo storico erano dati di riferimento, da best in class. Sublimi le sue dinamiche, con una splendida agilità e un’efficace maneggevolezza, che rendevano la Dino 246 GT una fantastica compagna d’avventura nelle uscite stradali. Oggi, grazie all’asta dell’Arizona, qualche sognatore potrà coronare il desiderio dell’acquisto. Beato lui.
Fonte | RM Sotheby’s