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Maserati Bora 4.9 del 1975 all’asta negli Stati Uniti: una bella tentazione

Certe auto esprimono il loro fascino come un’onda di passione, che travalica la linea del tempo. La Maserati Bora appartiene alla specie. Un esemplare è in vendita.

Maserati Bora
Foto da profilo Facebook Gooding & Company

Una Maserati Bora 4.9 del 1975 sarà messa in vendita da Gooding & Company nell’asta Geared Online. Anche se non è previsto alcun prezzo di riserva, l’aggiudicazione non dovrebbe avvenire a cifre stracciate. Le stime della vigilia ballano in un ventaglio fra 80.000 e 100.000 euro (pari, rispettivamente, a 73.500 e 91.200 euro). Il processo di vendita si svolgerà nella giornata di domani. A passare di mano sarà l’esemplare con telaio AM117/49858. Molto elegante l’abbinamento fra il blu Ischia della carrozzeria e la tinta bianca degli interni con cui l’auto fu consegnata nuova a Los Angeles. Poi, purtroppo, fu riverniciata e ritappezzata in nero. Anche così, però, è affascinante.

Si tratta di uno dei soli 275 esemplari della famiglia ad essere spinti da un motore da 4.930 centimetri cubi di cilindrata. Questo cuore, alimentato da quattro carburatori Weber 42 DCNF doppio corpo, eroga una potenza massima di oltre 300 cavalli a 6.000 giri al minuto, scaricati sulle ruote posteriori col supporto di un cambio manuale ZF a 5 marce.

Non ci vuole molto a capire il livello di performance elargito dalla supercar italiana degli anni ’70, che regala una miscela inebriante di emozioni e bellezza. A rallentare il vigore dinamico del modello ci pensano quattro freni a disco ventilati, che svolgono bene il loro lavoro, almeno con riferimento agli standard dell’epoca. In totale, la casa del “tridente” produsse, tra il 1971 e il 1978, 564 esemplari della specie, nelle diverse declinazioni di cilindrata e potenza.

La Maserati Bora messa all’asta da Gooding & Company è dotata del motore più generoso della gamma, che le consentiva di essere una delle auto di serie più veloci del suo tempo. Il suo ciclo costruttivo fu completato il 27 gennaio 1975, quando uscì dagli stabilimenti di Modena per volare alla volta della California del Sud, dove è sempre rimasta. Da segnalare una curiosità, di primaria importanza per calibrare i rilanci: il precedente proprietario di questa Maserati Bora, alcuni anni fa, rimosse il motore originale, con numeri corrispondenti, e lo collocò su un espositore, in previsione di un restauro che non andò mai oltre le prime fasi.

L’unità propulsiva originale e l’espositore accompagnano la vendita. Questo riferisce la scheda descrittiva della nota casa d’aste. L’auto viene offerta nello stato in cui si trova, quindi col motore da rimontare, dopo aver eseguito i lavori necessari. Restaurarla per ridare al modello la veste cromatica delle origini, sia fuori che dentro (nell’abitacolo), è doveroso. Serve per esaltare il suo fascino, in modo importante.

Nell’arco dei sette anni di produzione, la Maserati Bora ha tracciato una melodia avvincente sul palcoscenico automobilistico, portando con sé l’eredità storica e l’innovazione futuristica tipiche del “tridente”. Questa creatura fu la prima stradale del marchio ad avere il motore dietro l’abitacolo, consegnando in modo diverso una sinfonia di potenza, eleganza e tecnologia. Una miscela speciale, che l’ha scritta in modo indelebile nel libro delle icone automobilistiche.

L’architettura della Bora trova le sue radici nell’ambito agonistico, anticipata dal layout della Tipo 63 del 1961, ma è con lei che la disposizione dei buoi dietro il carro trovò il suo rifugio commerciale. La firma indelebile di Giorgetto Giugiaro, genio creativo di Italdesign, imprime un carattere muscolare e raffinato alla coupé a due posti della casa modenese, conferendole una personalità unica nel panorama automobilistico dell’epoca. Il telaio monoscocca in acciaio, accompagnato da un telaietto ausiliario al retrotreno, offre la base solida su cui si scarica la potenza della Bora.

Cuore pulsante del modello, nella versione “base”, è un V8 da 4.7 litri che emana una sinfonia di 310 cavalli, facendo della vettura una delle protagoniste indiscusse del suo tempo. I 6.2 secondi necessari per accelerare da 0 a 100 km/h sono una dichiarazione di intenti, una promessa di emozioni che trova il suo culmine oltre i 270 km/h di velocità massima, da testare solo in pista, a condizione di saperci fare. Il 1975 segna un capitolo evolutivo per l’auto in esame. L’unità propulsiva ad 8 cilindri cresce a 4.9 litri di cilindrata, regalando un surplus di 20 cavalli, che fa crescere la potenza massima a 330 cavalli (meno negli USA, per le restrizioni sulle emissioni). Questa iniezione energetica conferisce alla Maserati Bora una tempra dinamica ancora più vivace e una risposta più pronta alle richieste del guidatore.

Una delle novità più significative della supercar emiliana è l’adozione delle sospensioni indipendenti su tutte le ruote, una scelta ingegneristica audace che accresce la maneggevolezza e la precisione, sancendo un’armonia tra eleganza e potenza, per farne una sorta di inno rock nel catalogo del “tridente”. La Bora, con le sue architetture innovative e le sue prestazioni esaltanti, ha aperto la strada alle successive MC12 ed MC20, eredi spirituali che hanno dato seguito, su livelli diversi, all’intraprendente cammino tracciato da questa icona. La Maserati Bora è più di un’auto; è una sinfonia di potenza, una melodia di eleganza, una composizione senza tempo incisa nel cuore degli appassionati di supercar. Con la sua voce potente, ha scritto un capitolo indelebile, un canto eterno nella storia del marchio modenese.

Fonte | Gooding & Company