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Alfa Romeo, Imparato vuota il sacco: “Tutte le auto fino al 2030”

L’amministratore delegato di Alfa Romeo, Jean-Philippe Imparato, fa un bilancio dei suoi primi due anni e guarda al futuro.

Jean-Philippe Imparato

Alfa Romeo ha un chiaro obiettivo da perseguire: diventare il marchio premium di punta del gruppo Stellantis. Messo sullo stesso piano di DS e Lancia, il marchio meneghino coltiva l’ambizione di prendersi non solo l’Europa, ma anche il resto del mondo, compresi gli Stati Uniti.

Per riuscirci Carlos Tavares ha messo al comando Jean-Philippe Imparato, ex leader di Peugeot. Proprio l’amministratore delegato del Biscione, a due anni dal suo approdo nella Casa italiana, ha tirato le prime somme al vertice del Biscione, per poi raccontare il futuro elettronico e connesso dell’azienda.

Un comportamento su strada da vera Alfa Romeo

Jean-Philippe Imparato a Pomigliano d'Arco

Investito della importante carica in apertura del 2021, dopo un quadriennio speso al vertice di Peugeot, il top manager ha accettato la scommessa Alfa Romeo. Interpellato da L’Argus, ha delineato la tabella di marcia per condurre la creatura affidatagli nell’era delle zero emissioni. Il primo pensiero va alla Tonale, un fenomeno di vendite, con 35 mila ordini totalizzati lungo la nostra penisola nel 2022.

Il suv è il primo modello elettrificato nella storia del Costruttore, ha esordito Imparato. Passeranno da zero auto elettrificate nel 2022 a un portafoglio prodotti a zero emissioni nel 2027. Il processo di transizione avviene in tempi rapidi, ma non poteva essere altrimenti. Perché ne andava della sopravvivenza della compagnia stessa.

Premesso ciò, Imparato non vuole permettere all’impegno green di interferire con la capacità di veicoli di offrire il meglio di sé stessi. Una missione difficile da portare a termine, a cui, però, il massimo rappresentante dell’Alfa Romeo dice di essere pronto. L’itinerario da seguire è stato tracciato e ora toccherà percorrerlo. Affinché i propositi siano raggiunti sarà essenziale ottimizzare il più possibile ogni elemento inerente alla batteria. Ne va del comportamento su strada da vera Alfa Romeo. È la missione affidata al team di sviluppo di Balocco.

Ad oggi sono all’opera sul telaio delle vetture destinate a entrare in produzione entro il 2025. Il maggiore compromesso da accettare è il rumore. Non hanno in mente di creare qualcosa di fine a sé stesso, di scenografico: la funzionalità sarà un requisito chiave. Ma è un tema di notevole rilevanza, per cui si aspetta di ricevere delle critiche. Una decisione definitiva la assumeranno nel giugno 2023. Potrebbero fare appello alla community degli alfisti.

Un’auto all’anno fino al 2030

Per i prossimi anni intendono lanciare un’auto all’anno, fino al 2030. Dunque, adesso c’è il Tonale, dopodiché nel 2024 ne arriverà una da affiancare alla Tonale, capace di soddisfare le aspettative dei possessori di una Mito o una Giulietta. Presenteranno un’offerta sia mild hybrid sia full electric. La futura new entry costituirà il pioniere delle bev realizzate da Alfa Romeo. Non sarà un suv, ma avranno l’opportunità di riparlarne verso la fine dell’anno. Il nome sarà annunciato a settembre.

La prima auto a batteria Alfa Romeo la lanceranno nel 2025, ha proseguito Imparato. Si tratterà di un modello a elevate prestazioni, in grado di generare una potenza tra i 350 e gli 800 CV, avente un’autonomia di percorrenza massima di 700 km e in grado di ricaricarsi in 15 minuti. Hanno in mente di dare vita a un esemplare nato per essere elettrico, senza nessuna transizione dal motore a combustione interna. Dopodiché, avverrà un ulteriore lancio a settembre 2026 e un modello ancora più alto nella gamma approderà nel 2027. Ciascun modello avrà la sua versione Quadrifoglio.

In ottica design, Jean-Philippe Imparato ha spiegato di voler rispettare le origini e l’appartenenza al territorio meneghino del marchio. La difficoltà è tutta da ricondursi alla costruzione di un ponte tra il DNA storico di Alfa Romeo e il futuro, contraddistinto da un mondo a basse emissioni di carbonio e connesso. La clientela deve riconoscere lo stile estetico della Casa ma non bisogna nemmeno commettere l’errore di puntare sul vintage, poiché non interessa.

Di conseguenza, l’aspetto verrà evoluto in maniera graduale, senza scossoni di sorta. Conserveranno gli stilemi, la posizione di guida centrata sul pilota e lo scudetto, che forse, però, sarà man mano rivisto. Gli sviluppi saranno altresì relativi all’abitacolo, in quanto le full electric offriranno delle opportunità fin qui mai avuti in termine di progettazione degli spazi, dato il pavimento piatto. Probabilmente quest’anno daranno un assaggio del passaggio tra il DNA di ieri e le idee di domani.

Il progetto “sorpresa”

Da tempo si mormora su una “sorpresa”, ma Jean-Philippe Imparato ha preferito nuovamente glissare: ci stanno lavorando. Assumeranno una scelta sul futuro del progetto all’inizio di aprile. Attualmente l’unica cosa da dire è che, qualora andasse in porto, si tratterebbe di un prodotto chiamato a unire il passato e il futuro. Non sarà un’auto di serie, bensì costituirà un’edizione estremamente limitata. Inoltre, le unità andranno sold out prima ancora dell’annuncio.

Sul fronte delle tecnologie, usufruiranno di ciascuna risorsa messa a disposizione del gruppo Stellantis per valorizzare l’identità di Alfa Romeo. A un alfista non importa sapere che tempo fa. D’altra parte, potrebbe nutrire dell’interesse circa un’intelligenza artificiale in grado di incrementare le sue performance al volante. Una sorta di auto fantasma visibile sull’head-up display per migliorare in pista con una Giulia da 1.000 CV fa gola.  Se ne stanno occupando.

In aggiunta, il modello pensato per il 2025 sarà il primo delle realtà premium del brand destinato a integrare l’architettura elettrica. In un quinquennio Alfa Romeo passerà da zero a marchio leader nel campo. E la raccolta dei dati concederà l’opportunità di fare tanto altro, compreso migliorare l’efficienza.

Interpellato sulla guida autonoma, il numero uno di Alfa Romeo ha sottolineato come sia aprirsi alle ultime evoluzioni tecnologiche. In futuro sarà peraltro imposto in certi Paesi. Alla fine, conterà far sì che il pilota abbia occasione di prendere una decisione in merito. Ciò deve essere il fondamento per andare incontro alle richiesta. Dunque, occorre dargli la facoltà di guidare o non guidare in relazione alla sua volontà. E ci sono delle situazioni dove non si ha voglia di guidare, ad esempio invischiati nel traffico.

Il ruolo di Alfa Romeo di Stellantis

Il bilancio di Imparato sul primo biennio al timone dell’Alfa Romeo è molto positivo: il brand ha un ruolo chiave per il gruppo Stellantis.  Dispongono di un piano di prodotto fino al 2030 e hanno dato il via al passaggio verso le zero emissioni e la totale connettività. Al momento dell’investitura non se lo sarebbe mai potuto immaginare.

In passato, alcuni propositi del produttore non hanno avuto seguito. La differenza – ha spiegato il ceo – è nel supporto di Tavares. Ha concesso loro il potere di determinare una strategia con una visione decennale e lo sviluppo di un piano di prodotto. Con due condizioni da rispettare: che la qualità sia ai massimi livelli e che il brand guadagni. Adesso hanno in mente di tener fede alle promesse. Ciò di cui hanno parlato non è fantascienza e lo dimostreranno.

Per concludere, si parla della fine della partnership con la Sauber in Formula 1. Sulla permanenza o meno del motorsport, l’ad ha spiegato che lo stabiliranno alla fine di giugno. Nessuno scenario è escluso a priori. Di sicuro, mirano a esserci ancora, che sia nella F1 o in una competizione riservata ai prototipi. Tanto più che nel 2030 celebrano il 100° anniversario della Quadrifoglio.  

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