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Nuova vita per la Ferrari infestata dai topi

Sembrava destinata all’oblio, ma per fortuna una Ferrari 330 GT 2+2 ha trovato un proprietario meno distratto e più amorevole.

Ferrari 330 GT 2+2
Screen shot da video Curiosity Incorporated

Ogni tanto si sente parlare di qualche auto trovata in un fienile. Raramente si tratta di modelli prestigiosi, ma non sono mancati casi di Bugatti, Lamborghini o Ferrari rinvenute in capannoni abbandonati. Proprio una “rossa” è la protagonista di questo post: una 330 GT 2+2 del 1967. Un’auto di grande nobiltà. Certo, la 250 GTO è tutta un’altra cosa, ma la famiglia da cui proviene è sempre quella di Maranello.

Per anni, l’esemplare di cui ci stiamo occupando, è stato trascurato, anche se non lasciato del tutto al suo destino. L’attuale proprietario dice che non proviene da un fienile, ma da un garage nel quale la vettura è stata dimenticata. Guardando le immagini non sembra messa proprio male, specie in relazione all’età anagrafica, ma per farla brillare come ai tempi d’oro alcuni lavori si impongono, e possono essere anche molto costosi.

Ad incidere in modo considerevole sulle spese potrebbe pensarci anche il motore V12 di Colombo, che non funziona. In generale questa gran turismo del “cavallino rampante” sembra in condizioni decenti o comunque non drammatiche. Come scrivono i colleghi di Autoevolution, dallo stato della vernice si intuisce una conservazione relativamente buona.

Vero è che ci sono dei graffi, disseminati su tutta la carrozzeria, ma un buon trattamento lucidante potrebbe farla tornare a splendere. Anche i paraurti e le parti cromate sono abbastanza in ordine. Un po’ di usura emerge nei rivestimenti dell’abitacolo, soprattutto sui pellami dei sedili, che versano in condizioni poco felici.

Il resto, però, sembra messo tutto sommato abbastanza bene, fatto salvo il vano portaoggetti, che ha ospitato dei topi (sic!). Per fortuna i piccoli roditori si sono limitati a masticare le scartoffie. Forse anche loro si sono resi conto di avere a che fare con un bene prezioso, da trattare con il dovuto rispetto. Neppure i cavi elettrici hanno stuzzicato la loro curiosità. Meglio così! Si spera che la loro presenza non abbia prodotto danni nascosti, di cui non siamo a conoscenza.

L’attuale owner ha deciso di far rivivere l’auto, ma senza sottoporla a un restauro completo. In una prima fase le sue attenzioni si concentreranno sul motore di questa Ferrari 330 GT 2+2. Poi sarà il turno di altri elementi. Ci si sarebbe aspettati una revisione completa del modello, ma viste le condizioni accettabili dell’auto, il tizio ha deciso di preservarla nel suo stato attuale, con uno spirito di conservazione.

Questa creatura emiliana fece il debutto in società al Salone di Bruxelles del 1964. Prese forma in 2 serie, poco differenti l’una dall’altra. Di solito gli esemplari della specie passano di mano a cifre che ballano da 200 mila a 350 mila dollari, ma alcuni pezzi pregiati della famiglia si sono spinti verso i 500 mila dollari. Fra i clienti della Ferrari 330 GT 2+2 ci fu anche John Lennon. Un altro esemplare, di colore bianco, fu usato da Enzo Ferrari come auto personale.

Le versioni della prima serie, prodotta dal 1964 al 1965, avevano quattro fari anteriori, contro i due della seconda serie, sbocciata in catena produttiva dal 1965 al 1967. Il design porta la firma di Pininfarina. Il compito della spinta fu assegnato a un motore V12 di 4 litri di cilindrata, disposto anteriormente, che sviluppa una potenza massima di 300 cavalli. Le prestazioni erano all’altezza dell’immagine del marchio, almeno in quel periodo storico. Un dato è molto esplicativo: la velocità massima di 245 km/h: davvero tanti per una grossa coupé a quattro posti degli anni sessanta. A voi i video dell’auto ritrovata. Che ne pensate?

Fonte | Autoevolution

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