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3 drifting Alfa Romeo nel segno della passione | Video

Ecco una raccolta di derapate firmate col “biscione”, per tuffarsi in modo diverso nel mito Alfa Romeo.

alfa romeo giulia quadrifoglio

Alfa Romeo è sinonimo di auto di temperamento sportivo. La grinta delle auto del “biscione” è nota a tutte le latitudini ed è il retaggio di una tradizione nobile, fatta di capitoli che si sono incisi per sempre nell’antologia del motorsport. Impossibile narrare in modo sintetico le vicende sportive del marchio, la cui storia si è pure intrecciata con quella della Scuderia Ferrari.

Qui non vogliamo mettere a fuoco il percorso evolutivo di Alfa Romeo nell’universo dorato del motorsport, né tantomeno vogliamo concentrare la nostra attenzione sul ricco campionario di auto stradali ad alte prestazioni nate nel ciclo di vita della casa milanese. Ci limitiamo a tuffarci nelle emozioni del mito con tre video, relativi ad altrettanti drifting messi in scena su auto pepate del “biscione”.  Buon divertimento!

Alfa Romeo Alfetta 2.0

Nei film la si vedeva spesso di traverso, ecco perché non stupiscono più di tanto le clip che la immortalano in derapata. L’Alfa Romeo Alfetta ha una naturale predisposizione al drifting, ma è meglio usarla con criterio, lasciando pratiche del genere ai professionisti, in contesti sicuri. Oggi questa berlina sportiva di classe medio-alta ha 50 anni di età. Il tempo è volato anche per lei, ma il ricordo resta ben vivo. Con la forza delle sue doti, questa vettura si è ritagliata uno spazio nella luminosa storia della casa del “biscione”.

Nata nel 1972, l’Alfetta è stata prodotta fino al 1984, quando è calato il sipario sulla sua carriera commerciale. Il look non è entusiasmante, ma ha carisma da vendere. Ai suoi tempi lasciò perplessi molti alfisti, che avrebbero voluto delle linee più morbide, ma lei sposò il nuovo trend, fatto di tratti geometrici e tesi. Pesante lo specchio di coda: qui l’estetica si doveva conciliare col bisogno di un’alta capacità di carico. Molto più gradevole il frontale, che la rendeva facilmente identificabile. Notevole la presenza scenica.

Il design muscolare dell’Alfa Romeo Alfetta rispondeva bene anche ai bisogni aerodinamici. La scienza dei flussi, infatti, ebbe il suo peso specifico nella progettazione del modello. Note più convenzionali per l’abitacolo, dove i cultori del marchio ritrovavano in pieno le loro certezze, anche se le finiture lasciavano perplessi. Ampi i volumi abitabili, offerti in una tela di taglio sportivo.

Le motorizzazioni

All’inizio i tecnici puntarono su un’unità a quattro cilindri in linea da 1.779 centimetri cubi di cilindrata, con 122 cavalli al servizio del piede destro. Con questo cuore l’auto poteva raggiungere i 178 km/h di velocità massima, accelerendo da 0 a 100 km/h in meno di 10 secondi. Il cambio a 5 marce era posto dietro, in blocco col differenziale, secondo lo schema transaxle. Da segnalare la presenza delle sospensioni posteriori a ponte De Dion, che miglioravano il comportamento dinamico.

Poi giunse il motore da 1.570 centimetri cubi e 109 cavalli di potenza, figlio della crisi petrolifera. Al 1977 risale il debutto dell’Alfa Romeo Alfetta 2.0, con due fari rettangolari al posto dei quattro gruppi ottici rotondi del modello iniziale. A questa specie appartiene l’esemplare protagonista del video odierno, coi suoi emozionanti drifting. La duemila vide crescere presto la potenza dai 122 cavalli iniziali ai 130 cavalli delle evoluzioni.

Nel 1979 giunse in società l’Alfa Romeo Alfetta 2.0 turbodiesel, con 82 cavalli all’attivo. Poi fu il turno della 2.4 Turbo Diesel da 95 cavalli. Il modello aspirato da 1.8 litri, che nella fase intermedia del suo percorso di vita era sceso a 118 cavalli, nel 1979 tornò alla dotazione energetica originaria, di 122 cavalli, ma a 5300 giri al minuto. Qui, però, come dicevamo, le nostre attenzioni sono tutte per la versione da 2.0 litri aspirata, che domina i fotogrammi, a suon di pneumatici ridotti in particelle subatomiche.

Alfa Romeo GT 1300 Junior

Qui il drift è in salsa tricolore, con una bella bandiera italiana a sventolare. L’occasione è stata fornita dal successo della nazione agli Europei 2021. Protagonista delle riprese è un’auto che si è fissata stabilmente nel cuore degli alfisti, con la forza del suo carisma e della sua storia. L’Alfa Romeo GT 1300 Junior fu il frutto di una strategia aziendale orientata a raccogliere il consenso di una clientela più giovane, con costi di acquisto e gestione meno impegnativi della Sprint GT.

Questo senza cedere una sola nota in termini di carattere, perché non si è risparmiato nulla durante il travaso del migliore DNA aziendale. Ecco perché il modello in esame non delude gli amanti della bella guida e delle belle emozioni. Il debutto in società dell’Alfa Romeo GT 1300 Junior prese forma nell’ormai lontano 1966.

Sul fronte propulsivo la scelta dei tecnici cadde su un un motore a quattro cilindri in linea da 1290 centimetri cubi, che sviluppava una potenza potenza massima di 89 cavalli a 5500 giri al minuto. Rispetto alla Sprint GT da 1.6 litri aveva un allestimento semplificato, ma le performance non accusavano un calo significativo.

Boom di mercato

Il successo commerciale fu immediato, perché la formula era quella giusta. In totale il modello prese forma, nel decennio di produzione, in oltre 91 mila esemplari, contro gli oltre 14 mila della sorella maggiore. Pare evidente che seppe agganciare l’onda del boom economico. Dotata di scocca portante e di sospensioni a ruote indipendenti, l’Alfa Romeo GT 1300 Junior aveva le caratteristiche giuste per entrare nel cuore della gente. Il suo comportamento stradale era allineato al tono muscolare trasmesso dalla carrozzeria, che non passava certo inosservata.

Anche il sound trasmetteva le note della sua paternità. Un aspetto, quest’ultimo, molto caro agli amanti del “biscione”, che vivono la loro passione come una fede. Notevole la punta velocistica, rispetto alla cilindrata: 170 km/h. Certo, non è un’andatura da prototipo da pista, ma per un’auto stradale da 1.3 litri che vuole far divertire tra le curve basta ed avanza, specie in relazione alla sua datazione. Questa vettura giunse sul mercato in un periodo felice per la casa madre, che godeva di buona reputazione sul mercato, anche in virtù dei successi sportivi di quegli anni.

Il ritorno ufficiale nelle corse, col supporto dell’Autodelta di Carlo Chiti, e i risultati delle varie Giulia TZ, GTA e GT Am fecero la loro parte. Doveroso, poi, menzionare i traguardi agonistici messi a segno negli anni successivi dalle Tipo 33 da gara, che ebbero ripercussioni felici sull’andamento produttivo, nel decennio di stazionamento in listino dell’Alfa Romeo GT 1300 Junior. La “piccola belva” del “biscione” seppe mette a frutto la connessione col motorsport, creando un’intreccio di qualità nell’immaginario collettivo. Questo ebbe esiti fruttuosi anche sui volumi di vendita.

Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio

È un modello top della scuola italiana e rende il giusto tributo alla gloriosa tradizione del marchio milanese. Giulia Quadrifoglio è lo showcase dell’eccellenza Alfa Romeo ed esprime al meglio una miscela fatta di più performance, DNA vincente e stile inconfondibilmente tricolore. Un concentrato di ricercate soluzioni tecniche e prestazionali, vestite con un abito di grande fascino.

Impossibile non farsi prendere dal look sportivo e muscolare di questa “berlina racing”, che segna un grande stacco rispetto alle proposte compassate della concorrenza. Il livello prestazionale è ai vertici della categoria. Non poteva essere diversamente, visto che il motore giunge da Maranello. Si tratta di un V6 biturbo da 2.9 litri di cilindrata, plasmato interamente in alluminio, che mette sul piatto la bellezza di 510 cavalli di potenza massima e di 600 Nm di coppia massima, su un peso di 1580 chilogrammi.

Questa energia viene scaricata a terra con il sistema Alfa Active Torque Vectoring. Ottima la qualità del cambio automatico ad 8 rapporti, che consente passaggi di marcia fulminei in modalità RACE, ma che sa essere anche fluido e confortevole in altre configurazioni d’uso. Oltre che mediante la leva sul tunnel centrale, i passaggi possono essere eseguiti tramite le palette in alluminio (paddle) sul piantone dello sterzo.

Vola ed esalta

L’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio regala performance da pista ed emozioni uniche. Rappresenta un alto punto di congiunzione fra ingegneria ed emozioni. Come anticipato, l’unità propulsiva ha un’ascendenza nobile. Deriva, infatti, dal know-how Ferrari. Oltre che molto incisiva nel temperamento, risulta particolarmente gradevole nel sound. Si vede che giunge dalla Motor Valley. Le cifre sono degne delle migliori aspettative, con un passaggio da 0 a 100 km/h in 3.9 secondi: roba da supercar. Anche la velocità massima, nell’ordine dei 307 km/h, è degna delle auto pensate prevalentemente per le performance.

L’Alfa Romeo Quadrifoglio regala una precisione di guida chirurgica. Quest’auto è passione allo stato puro. Numerosi sistemi concorrono ad elargire la più autentica e coinvolgente esperienza al volante. L’elenco sarebbe lungo, ma bastano alcuni riferimenti per rendere l’idea: qui ci sono le sospensioni attive Alfa Active Suspension, il selettore Alfa DNA Pro con modalità RACE, l’Alfa Active Aero splitter, coordinati e adattati in tempo reale dall’unità di controllo Alfa Chassis Domain Control. Quest’ultima consente alla vettura e al guidatore di avere sempre le condizioni ideali per sfruttare appieno le eccezionali prestazioni del veicolo.

I numeri sono di alto livello, ma è il quadro sensoriale ad aggiungere note di piacere all’esperienza dinamica. Qui è si è davvero coinvolti emotivamente ed è ciò che si cerca in una berlina sportiva, specie oggi. Il diffondersi su vasta scala di auto velocissime ma asettiche rende infatti più vivo che mai il bisogno di regalare belle pulsazioni al cuore. L’Alfa Romeo Quadrifoglio ci riesce in modo naturale e appagante, onorando al meglio la tradizione del marchio di cui si fregia. Chapeau!

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