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Un mito italiano del passato torna in chiave moderna: l’avete riconosciuta?

Un mito del passato potrebbe rinascere in futuro, reinterpretata in chiave moderna. Sognare non costa nulla: perché non farlo?

Autobianchi A112 render

Purtroppo, l’Italia pullula di realtà illustri che, per cause avverse, si sono trovate costrette a dire addio. Case quali, ad esempio, Autobianchi hanno lasciato un’impronta indelebile nell’industria delle quattro ruote lungo la nostra penisola. E in rete c’è chi si serve del proprio talento per riportare alla mente dei modelli storici.

Autobianchi: la suggestione che presta a far sognare

Autobianchi logo

Grazie all’evoluzione della tecnologia, nella fattispecie dei programmi di grafica digitale, oggi chiunque ne abbia le capacità può cimentarsi nella creazione di vetture “fittizie” ma assai realistiche. Dei progetti talvolta capaci di catturare l’interesse generale e quando il lavoro è davvero eseguito bene di accendere i fari degli stessi Costruttori.

Stavolta, il pixel master ha catturato lo sguardo di parecchi utenti sui social network. Il profilo Instagram “I love Lancia”, dedicato a vecchie glorie del brand italiano, ha proposto alla platea di internauti una splendida chicca, a maggior ragione per i meno giovani, che hanno magari avuto pure l’opportunità di guidare l’originale.

Correva il lontano 1969 quando Autobianchi diede alla luce quello che si sarebbe rivelato il suo veicolo più celebre. Fondato come produttore di autocarri, subì all’epoca una vera e propria trasformazione, tanto da spingersi nel comparto delle auto e, in tal senso, la Autobianchi A112 ne costituisce l’icona per eccellenza.

Autobianchi logo

Presentata al Salone di Torino, la A112 fece subito presa grazie a caratteristiche intriganti e dimensioni compatte. Citando le parole della stampa specializzata del periodo, si erse ad “anti Mini” italiana. Sarebbe rimasta in commercio per la bellezza di 17 anni, anche dopo l’assorbimento del marchio Autobianchi ad opera di Lancia, che portò la tiratura totale ad oltre un milione di unità. Addirittura, approdò in Svezia sotto l’emblema della Saab.

La grafica realizzata da Andrea Bonamore rivisita il mito del passato in chiave moderna, per un risultato stuzzicante. Sarebbe una splendida notizia se Fiat Chrysler, pardon Stellantis riportasse in voga l’esemplare e, perché no, nel segno della Autobianchi. Sull’onda dell’effetto nostalgia, il conglomerato italo francese avrebbe modo di guardare al futuro, attrezzandola di un sistema ibrido o full electric. Di recente hanno tenuto banco le voci sulla Fiat Topolino: che sia solo l’inizio?