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Ferrari usate: perché col cambio manuale valgono più delle F1?

Sfida tutta interna, sul piano del valore commerciale, fra modelli Ferrari dotati di trasmissioni diverse.

Ferrari F355 cambio F1
Il frontale della Ferrari F355 berlinetta (Foto Ferrari)

Oggi ci occupiamo del mercato delle Ferrari usate e di alcune sue caratteristiche peculiari, che meritano di essere messe in evidenza. Più nello specifico, in questo post cercheremo di fare un po’ di chiarezza sulle ragioni alla base del maggior successo in termini di quotazioni, sul bacino di “seconda mano”, delle “rosse” con cambio manuale rispetto quelle dotate del cambio elettroattuato F1.

Iniziamo subito con le cifre, per avere immediatamente un quadro chiaro della situazione. Facciamo leva sui dati di Ruoteclassiche, punto di riferimento e bibbia del settore. Per ciascun modello esaminato troverete 3 valori. Il primo relativo a un veicolo conservato in perfetto stato o totalmente restaurato, in condizioni pari al nuovo. Il secondo riferito a un esemplare in buono stato, con manutenzione regolare e costante. Il terzo relativo a un veicolo incompleto in alcuni dettagli, marciante, ma con meccanica da rivedere.

Ecco le quotazioni elaborate dagli esperti della nota rivista dell’Editoriale Domus, sul numero di aprile 2022, per i modelli Ferrari ai quali facciamo riferimento (prezzi in euro x1000).

Le cifre di Ruoteclassiche

– Ferrari F355 berlinetta (100,0 – 74,0 – 44,5)
– Ferrari F355 berlinetta F1 (81,0 – 60,0 – 36,0)
– Ferrari F355 GTS (105,0 – 78,0 – 46,5)
– Ferrari F355 GTS F1 (88,0 – 65,0 – 39,0)
– Ferrari F355 Spider (120,0 – 89,0 – 53,5)
– Ferrari F355 Spider F1 (95,0 – 70,0 – 42,0)
– Ferrari 360 Modena (100,0 – 74,0 – 44,5)
– Ferrari 360 Modena F1 (81,0 – 60,0 – 36,0)
– Ferrari 360 Spider (120,0 – 89,0 – 53,5)
– Ferrari 360 Spider F1 (95,0 – 70,0 – 42,0)
– Ferrari F430 (160,0 – 119,0 – 71,0)
– Ferrari F430 F1 (130,0 – 96,0 – 58,0)
– Ferrari F430 Spider (175,0 – 130,0 – 78,0)
– Ferrari F430 Spider F1 (135,0 – 100,0 – 60,0)
– Ferrari 575M Maranello (175,0 – 130,0 – 78,0)
– Ferrari 575M Maranello F1 (130,0 – 95,0 – 57,0)
– Ferrari 612 Scaglietti (100,0 – 74,0 – 44,5)
– Ferrari 612 Scaglietti F1 (70,0 – 52,0 – 31,0)
– Ferrari 599 GTB Fiorano (400,0 – 265,0 – 135,0)
– Ferrari 599 GTB Fiorano F1 (165,0 – 110,0 – 55,0)

Il mercato dell’usato non premia il cambio F1

I numeri parlano chiaro e depongono a favore dei modelli col manuale, in tutta la sequenza prima esposta. Ricordiamo che la soluzione del cambio elettroattuato F1 fece il suo ingresso in listino nel 1997, con la splendida F355. Si tratta di una soluzione mutuata dal mondo delle corse, che priva l’auto del pedale della frizione, ora di tipo semi-automatico. Per l’inserimento delle marce sono disponibili due paddle dietro al volante. Una novità proveniente dai Gran Premi, che ha rivoluzionato il comparto delle supercar, a 360 gradi. Negli anni a seguire, il sistema di cambiata in esame si è diffuso in modo capillare nel comparto delle sportive di alta gamma, trovando spazio considerevole anche in altri segmenti di mercato.

Questa è una delle idee rivoluzionarie prodotte dalla Ferrari nella sua lunga storia, applicata prima al mondo delle corse e poi estesa anche al prodotto di serie. I risultati sono stati al vertice ed hanno portato un’ondata di rinnovamento nella gestione della potenza, attraverso un sistema che è meno laborioso dal punto di vista dell’utilizzatore rispetto al cambio manuale.

Qui i fuorigiri sono banditi ed anche le grattate sono escluse dal repertorio merceologico. Inoltre, nei passaggi di marcia, non bisogna premere il pedale della frizione, che non esiste più, evitando così gli sforzi imposti da alcune realizzazioni precedenti. Chi conosce le vecchie gran turismo Ferrari sa a cosa mi riferisco. Il tutto, mettendo al riparo da eventuali effetti collaterali connessi ad una guida non proprio impeccabile dal punto di vista della geografia espressiva.

La storia del cambio semi-automoatico F1

L’elettroattuato è una soluzione geniale, il cui esordio in Formula 1 fu reso possibile dall’estro creativo e dall’ardimento del progettista inglese John Barnard. Il debutto avvenne con la Ferrari F1-89, al GP del Brasile di quell’anno, che la scuderia di Maranello vinse con Nigel Mansell. Per lui e per il suo compagno di squadra il vantaggio di potersi concentrare maggiormente sulla guida, senza distrarsi, focalizzandosi esclusivamente sulla traiettoria ideale e sui duelli ravvicinati, evitando di distogliere lo sguardo da ciò che conta veramente. Il tutto senza staccare le mani dal volante, con i benefici che ne derivano anche in termini di sicurezza attiva.

Lo stesso discorso può essere fatto con riferimento alla sua applicazione stradale, che garantisce maggiore facilità d’uso e una più alta salvaguardia per chi sta a bordo del veicolo. Una soluzione vagamente simile, sempre in Ferrari, era stata studiata da Mauro Forghieri nel 1979, ma i tempi non erano ancora maturi per la sua applicazione in gara. Il semi-automatico del mitico ingegnere emiliano era efficace, affidabile e più veloce dell’altro, ma Gilles Villeneuve, che lo provò, preferiva la fisicità del manuale.

Perché i collezionisti preferiscono il manuale?

Sulle supercar dell’era moderna, il cambio F1 regala anche il piacere delle doppiette in scalata, eseguite in automatico, che inebriano l’apparato uditivo e gli consegnano emozioni a dir poco stellari. Sul mercato dell’usato, però, i modelli Ferrari con l’elettroattuato non godono di una simpatia paragonabile a quelli dotati di cambio manuale. Questo si lega al fatto che comunque l’esperienza dinamica viene intesa come maggiormente coinvolgente dove l’apporto umano è più alto, più presente e più vigoroso.

La fisicità dei passaggi di marcia, quindi, con la gestione diretta della frizione e con la classica leva di comando del cambio fatta scorrere sulla griglia metallica, viene vista da molta gente come un valore aggiunto importante. Questo, secondo loro, onora al meglio la tradizione e produce un rapporto intellettivo, fisico e quasi carnale, che eleva la qualità emotiva, portandola a livelli che il cambio F1, con tutti i vantaggi prima enumerati, non riesce ad eguagliare.

Elettroattuato: più caro da nuovo, meno caro da usato

Il manuale, che nel listino del nuovo rendeva più accessibili i modelli rispetto a quelli dotati dell’F1, si prende la sua rivincita sul mercato dell’usato. Qui diventa la soluzione prediletta da chi ama acquistare una macchina capace di entrare meglio in sintonia col pilota, facendone un tutt’uno. Un approccio di taglio romantico, molto apprezzato dagli amanti della guida, che cercano questo coinvolgimento olistico, da cui discende il taglio delle scelte collezionistiche.

Sulle superiori quotazioni, da usate, delle Ferrari dotate di cambio manuale, incide un altro fattore, legato a motivazioni di ordine meno sentimentale. Ad orientare la scelta concorre, infatti, anche il fattore rarità. Visti i numeri ben superiori degli esemplari con cambio F1, quasi totalizzanti per certi modelli, la presenza sulla piazza di esemplari con cambio manuale è molto rara. Questo, inevitabilmente, incide sul prezzo. Fa eccezione la F355, venduta in un numero inferiore di unità con il cambio F1, ma qui le quotazioni più alte del manuale si legano al fatto che la vettura è stata l’ultima V8 a motore posteriore centrale ad essere stata presentata senza i paddle dietro al volante. Noblesse oblige!

Fonte Quotazioni | Ruoteclassiche

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