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Benzina alle stelle: speculazione distributori o è colpa della crisi?

L’aumento esponenziale del costo della benzina, del gasolio e da cosa deriva tutto questo.

Sciopero benzinai 17 luglio

Una cosa è certa, dell’aumento del costo del carburante, benzina, diesel o gas, chiunque si è reso conto. Privati, famiglie, aziende, autotrasportatori ed Enti. L’aumento esponenziale del carburante, con la benzina sopra i 2 euro, ha impattato sui portafogli di tutti, producendo anche un concreto aumento di qualsiasi bene o servizio.

Occorre ricordare che oltre il 70% del trasporto di beni in Italia avviene su gomma. Ma può essere solo la crisi economica globale dovuta all’emergenza epidemiologica ad aver prodotto questo aumento? Può essere che la guerra in Ucraina abbia completato il quadro negativo in fatto di economia globale, con conseguente negativo effetto sui prezzi di ogni bene?

La domanda che tutti si pongono è se non ci sia dietro una sorta di speculazione da parte di chi vende il carburante, il distributore per esempio, o chi rifornisce quest’ultimo.

Benzina alla stelle? Ecco come è composto il costo del carburante

Come ogni bene, anche per il carburante,  il suo costo è dettato da una serie di componenti. C’è il costo della materia prima, ci sono le spese di trasporto, le tasse, e ci sono anche gli utili di chi ha a che fare con questo prodotto.

E come al solito il tutto si abbatte sul consumatore finale. Perché alla fine è lui che copre tutto il resto. E mai come in questo periodo, il carburante ha prezzi che sono schizzati alle stelle.

La prima cosa da dire è che gran parte del costo del carburante, almeno in Italia, deriva dalle tasse. Tra Iva, accise e così via, poco meno del 70% del costo che un cittadino sopporta alla pompa di benzina, se ne va in tassazione. Circa il 30% è ciò che guadagna l’azienda petrolifera. La restante parte è l’utile del distributore (più o meno il 2%).

Se aumenta la materia prima, gioco forza aumentano le tasse, dal momento che tutte sono progressive. Inoltre, l’aumento del costo della materia prima produce un aumento del corrispettivo che deve pagare il distributore per riempire i serbatoi. Sempre il distributore deve preservare il 2% di guadagno che ha e di cui parlavamo prima. E per questo che si arriva ad un aumento netto del costo del rifornimento. Tutti devono continuare a guadagnare quanto guadagnavano prima, lo Stato con le sue tasse e chi vende il carburante durante i suoi passaggi dall’industria petrolifera all’auto dentro cui finisce.

Il costo della benzina punto per punto

pieno benzina

Una cosa che molti si chiedono è il perché quando scende il costo del barile di petrolio, non scende mai pure la benzina. Mentre al contrario, quando sale il costo del barile, sale inevitabilmente la benzina, ed anche in maniera più considerevole rispetto all’aumento percentuale del costo del barile.

Il primo elemento che pesa sui rincari, è il costo della materia prima, variabile a sua volta in base alla situazione economica generale o alla produttività dell’industria petrolifera.

Oggi per esempio, si parla di economia in ripresa, dopo le problematiche di inizio pandemia. Ma si parla anche di produzione a rilento. La materia prima incide per il 33% sul prezzo del carburante. Raffinazione del petrolio, trasporto, stoccaggio e distribuzione poi, sono gli altri elementi che vengono considerati da chi vende la benzina o il gasolio, per arrivare al prezzo da offrire ai clienti. Compreso naturalmente il margine di guadagno per loro.

Se così fosse, il costo sarebbe piuttosto basso e contenuto, ma parliamo di una situazione neutra dal punto di vista delle tasse. Cosa che non esiste in Italia, dove, come detto in premessa, sul costo della benzina la voce grossa la fa la tassazione vigente. L’importanza delle tasse per il costo del carburante è evidente se si pensa per esempio, che da Paese a Paese, in area UE, il costo del carburante varia di molto proprio in base alla differente tassazione vigente in ogni singolo Stato.

Le accise che vanno allo Stato italiano sono la voce maggiore dello spaccato della tassazione in riferimento al carburante.

I suggerimenti per risparmiare carburante

Alla luce di tutto quanto detto, parlare di speculazione per il benzinaio sotto casa è senza dubbio un errore. Partendo dal presupposto che solo il 2% è ciò che resta la benzinaio. Ma resta il fatto che il carburante sta diventando una delle spese insostenibili per gli italiani. Risparmiare sul carburante è la scelta consigliabile per tutti. Ma come si fa? Per assurdo, verrebbe da dire che occorre parcheggiare l’auto e usare metodi alternativi. Ma se non è possibile, come fare? Usare una auto più nuova e più all’avanguardia senza dubbio è vantaggioso in termini di consumo rispetto ad un veicolo vecchio ed obsoleto.

Poi c’è la manutenzione. Un veicolo in ordine con la manutenzione ordinaria e straordinaria, consuma meno, questo è inevitabile. Infine, lo stile di guida. Come è noto, più veloce si va, più si consuma, questo è chiaro. Moderare la velocità, alzare il piede dall’accelleratore è fattore determinante.

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