La cosa che fa specie a tutti è che martedì prossimo il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, presenterà il piano industriale del Gruppo. E farà riferimento ai progetti, programmi e investimenti sul suolo italiano, nei tanti poli produttivi del colosso dell’Automotive nato dalla fusione tra PSA ed FCA.
Tavares il 1° marzo dovrebbe presentare il progetto futuro di Stellantis. Parlerà di transizione elettrica, di nuovi veicoli da produrre, di progetti per tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo. E parlerà, forse, anche di Melfi, dove si prevede la costruzione di 4 nuovi veicoli elettrici dal 2024 o 2025. Ma lo farà mentre proprio a Melfi la fabbrica è chiusa. La notizia del giorno è la conferma che i cancelli dello stabilimento lucano di Stellantis, resterà chiuso per 15 giorni.
Nuova cassa integrazione per i lavoratori Stellantis di Melfi
Quindi, il paradosso è che da un lato si parlerà di progetti futuri, e c’è da scommetterci, se ne parlerà con entusiasmo ed enfasi. Dall’altra però, lo stabilimento di Melfi resterà chiuso. Un paradosso bello e buono questo. Stabilimento chiuso significa cassa integrazione. Tradotto in termini più pratici, lavoratori a casa con stipendio inferiore, perché la cassa integrazione eroga inevitabilmente uno stipendio inferiore. E si tornerà a parlare di mancata maturazione dei ratei dei lavoratori. Proprio mentre ad aprile è stato promesso il premio di oltre 400 euro a tutti i lavoratori.
Un periodo in chiaroscuro per Stellantis, alle prese sempre con le solite, attuali problematiche, che sono quelle che portano alla ennesima chiusura di Melfi per 15 giorni. Proprio dopo l’annuncio,sempre dei vertici Stellantis e dei vertici azie
A Melfi in pausa fino al 13 marzo.
Fermi da sabato 26 febbraio a domenica 13 marzo. È ciò che è stato oggi ufficializzato per Melfi. Si tratta di due settimane di pausa per i lavoratori, con un nuovo stop imposto e con due settimane di cassa integrazione per lo stabilimento Stellantis. La conferma da una ultim’ora dell’agenzia di stampa Ansa. CI si ferma come al solito, per la carenza di microchip, i soliti semiconduttori asiatici che sono diventati praticamente introvabili e con notevoli difficoltà di approvvigionamento.
A questa storica carenza, si aggiunge il blocco dei Tir con le fermate per protestare contro l’aumento dei carburanti che da settimane interessa il settore trasporti. Resta il fatto che adesso i circa 7.000 lavoratori dello stabilimento Stellantis di località San Nicola di Melfi, in provincia di Potenza, si apre a due settimana di cassa integrazione guadagni.
Cosa è successo stamattina
Un serie di concause è alla base della nuova fermata per lo stabilimento Stellantis di Melfi. La carenza dei microchip di provenienza asiatica, il blocco dei trasporti per il rincaro dei carburanti e anche lo stop alle forniture dall’Est Europa per via della crisi Ucraina.
Tutte argomentazioni che sono uscite fuori dal vertice di oggi a Melfi, con direzione aziendale ed RSA che si sono riunite nello stabilimento melfitano. Proprio i commenti dei sindacati hanno messo in luce queste motivazioni a giustificare il nuovo blocco.
E sono cause che rischiano di diventare pesanti anche per le settimane future. Se è vero che la crisi dei semiconduttori è ormai un dato di fatto, con periodi di forniture con lati e bassi, la situazione in Ucraina è assai preoccupante. Infatti, sempre per quanto si legge sull’Ansa, sono moltissimi i fornitori che hanno sede nelle zone del conflitto con la Russia e che nelle prossime settimane potrebbero avere difficoltà a lavorare come sempre. In sintesi, non è da escludere anche ulteriori future nuove fermate.
L’unica speranza è che si interrompa la mobilitazione degli autotrasportatori, con lo sblocco dello sciopero ed il ritorno alla pseudo normalità almeno per uno dei problemi che attanagliano Melfi e che hanno causato questa ennesima fermata.