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Maserati: l’addio a Grugliasco vale una nuova piattaforma dedicata

Il trasferimento delle attività di Maserati da Grugliasco a Mirafiori introduce l’arrivo di una piattaforma dedicata ai nuovi modelli

Grugliasco

Quanto emerso dall’incontro di ieri fra Stellantis, Sindacati e vertici del Governo Nazionale ha fornito sicuramente passaggi di fondamentale importanza nel futuro del Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA, e al momento anche per ciò che riguarda i prossimi tempi a marchio Maserati.

Il ruolo di un marchio come quello del Tridente, inserito da Stellantis all’interno della “sezione” Lusso, sarà centrale e l’elettrificazione in accordo con un concreto sviluppo tecnologico fornirà a Maserati la chiave di sviluppo necessaria a garantirsi un futuro differente.

Maserati saluta quindi lo stabilimento ex Bertone di Grugliasco, dove aveva posto le proprie basi all’interno del Polo Torinese, per spostare le attività produttive a Mirafiori. Tuttavia la produzione di vetture a Grugliasco non terminerà prima del 2024 quando ciò che rimane a Grugliasco sarà definitivamente trasferito a Mirafiori. L’ultima parentesi per Grugliasco, dopo essere nato nel 1959 ad opera della Carrozzeria Bertone che cominciò qui la realizzazione della commessa legata alla NSU Prinz Sport, sarà quella legata proprio alla Maserati.

Polo unico a Torino e nuova piattaforma per Maserati

Con la conclusione delle attività produttive a Grugliasco, Torino avrà a disposizione un unico grande polo che farà di Mirafiori il centro nevralgico. Proprio a Mirafiori avrà sede la nuova collocazione produttiva di Maserati in quello che sarà denominato Stellantis Turin Manufacturing District. La riorganizzazione non va ad intaccare i lavoratori, visto che Stellantis ha confermato che non si configureranno esuberi, ma darà una spinta importante alla produzione delle nuove Maserati e anche a quella della Fiat 500 che ritorna in patria (lasciando la Polonia) accanto alla sua controparte elettrica.

La definitiva chiusura di Grugliasco, dove comunque rimarrà attivo solo il reparto lastratura fino al 2024, risulta utile in tema di riduzione dei costi migliorando anche l’efficienza operativa. Proprio a Mirafiori prenderanno vita le future Maserati elettriche, quelle basate sulla nuova piattaforma denominata Folgore.

Nuova Maserati GranTurismo foto ufficiali
La Maserati GranTurismo attesa per il prossimo anno farà da apripista alle nuove sinergie previste all’interno del Tridente

A confermare le intenzioni è stato Davide Mele, che in Stellantis è Deputy Chief Operating Officer per il mercato Enlarged Europe. Mele ha ammesso che proprio a Mirafiori verranno realizzate le future Maserati elettriche, a cominciare dalla nuova generazione di Quattroporte prevista nel 2024. D’altronde a partire dal 2025 tutte le vetture del Tridente disporranno di una variante elettrica.

A Mirafiori saranno traferite le linee delle Maserati Ghibli e Quattroporte con verniciatura e linee che migreranno già a partire dal mese prossimo. Nel 2022 da Mirafiori usciranno anche le Maserati GranTurismo e poi anche GranCabrio andando a chiudere quindi un cerchio cominciato con la produzione del Maserati Levante.

Allo Stellantis Turin Manufacturing District verrà messo in pratica “un unico moderno processo di produzione per diversi modelli Maserati, in grado di integrare piattaforme, modelli e sistemi di propulsione differenti (dall’endotermico all’elettrico, passando per l’ibrido) con cui promuovere l’evoluzione della linea di vetture del brand nel prossimo futuro assegnando un ruolo chiave all’elettrificazione, all’infotainment e alla guida autonoma”, ha sottolineato Stellantis in una nota.

Maserati Ghibli Operanera Operabianca edizione speciale
Le attività produttive delle Maserati Ghibli e Quattroporte saranno trasferite a Mirafiori entro il mese prossimo

“Tra le prime azioni, sarà creata una nuova piattaforma elettrificata dedicata a Maserati che permetterà di realizzare le nuove Maserati GranTurismo e GranCabrio e, soprattutto, la nuova Maserati Quattroporte in un periodo compreso tra il 2022 e il 2024. Il progressivo trasferimento a Torino delle persone dal sito di Grugliasco, che rimarrà comunque operativo con varie attività di supporto all’attuale produzione di Ghibli e Quattroporte – che si andranno ad aggiungere a Levante – non avrà nessun tipo di impatto sui livelli di occupazione complessivi della zona”, si legge ancora. La nuova piattaforma permetterà di ragionare sulle GranTurismo, GranCabrio e poi sulla Maserati Quattroporte.

Le reazioni dei sindacati

Non si sono fatte attendere le dichiarazioni dei sindacati che non vedono di buon occhio la volontà di accorpare quanto si fa a Grugliasco con la produzione prevista a Mirafiori. Si chiedono chiaramente ulteriori garanzie: “chiediamo formali garanzie per i lavoratori e per le missioni produttive, ma anche sulle condizioni di lavoro”, hanno ammesso Rocco Palombella e Gianluca Ficco di UILM. Roberto Di Maulo, segretario generale della FISMIC, ha invece ammesso che esiste la necessità di “aprire in tempi brevi un tavolo sullo spostamento delle produzioni di Grugliasco a Mirafiori come fatto a Melfi a luglio scorso”. Luigi Paone di UILM Torino, ha invece espressamente chiesto “garanzie occupazionali e missioni produttive definite”. La FIOM chiede invece al Governo “un confronto con Stellantis sul piano industriale nazionale garantendo l’occupazione e il pieno utilizzo degli impianti”.

Esprime dubbi sull’accorpamento anche Francesca Re David, segretaria di FIOM CGIL: “siamo molto preoccupati da questo accorpamento per le prospettive occupazionali. Continua a mancare una visione di piano industriale complessivo, non si può andare avanti step dopo step”.

Più pessimista il punto di vista di Edi Lazzi della FIOM Torinese: “è un’altra mazzata per l’economia di Torino. Anche se hanno dichiarato il mantenimento dell’occupazione il dato oggettivo è che chiudono uno stabilimento. Siamo di fronte alla diminuzione della capacità produttiva. ci sono le ricadute sull’indotto: la Lear di Grugliasco senza commesse ha più della metà dei 400 addetti in esubero”.

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