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Il 12% delle colonnine elettriche inutilizzabile: per la burocrazia

Addirittura 12 stazioni su 100 con colonnine elettriche non possono essre usate nel nostro Paese: questione di lacci burocratici

colonnine elettriche

Le elettriche fanno boom in Italia. C’è da chiedersi che numeri ci sarebbero se ci fossero più colonnine elettriche. E se la burocrazia non stoppasse 12 stazioni su 100 nel nostro Paese. Come denuncia Motus-E, oggi sono installati 24.794 punti di ricarica in 12.623 stazioni (o colonnine) e 10.019 location accessibili al pubblico. Di queste, l’80% è collocato su suolo pubblico (su strada); mentre il restante 20% su suolo privato a uso pubblico (supermercati o centri commerciali).

A giugno 2021, i punti erano 23.275 in 11.834 infrastrutture. La crescita è di una lentezza esasperante. Non solo: il 12% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali. Perché? Non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia. Oppure esistono altre motivazioni autorizzative. Tutto questo è sintetizzabile in una parola orribile: burocrazia. 

La burocrazia che rallenta, paralizza, ferma provvisoriamente. Le carte che passano da un tavolo all’altro. Mentre un foglietto va dalla scrivania “X” alla scrivania “Y” in Italia, negli USA e in Norvegia hanno già installato 10.000 colonnine. Se è così che la nostra nazione deve fare la transizione energetica; se è questo il nostro ritmo di decarbonizzazione; allora a noi servono decenni per migliorare.

Comunque, vediamo il bicchiere mezzo pieno. A settembre 2019 c’erano 10.647 punti in 5.246 infrastrutture: sicché abbiamo una crescita del 133% e un aumento medio annuo del 53%. Viceversa, se vediamo il bicchiere mezzo vuoto, va detto che la base di partenza era ridicola: numeri bassissimi. Senza contare che poi bisogna valutare quale colonnina vada e quale sia stata vandalizzata.

Colonnine elettriche: fame di potenza

Inoltre, c’è fame di potenza. Il pieno elettrico dev’essere rapido. Il 95% dei punti di ricarica è in corrente alternata (AC), mentre solo il 5% in corrente continua (DC). Andiamo male.

Un altro dato convince poco: il 19% dei punti sono a ricarica lenta (con potenza installata pari o inferiore a 7 kW), il 76% a ricarica accelerata o veloce in AC (tra più di 7 kW e 43 kW) e solo un 3% fast DC (fino a 50 kW). Le restanti ad alta potenza di cui l’1% fino a 150kW e l’1% oltre i 150 kW.

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