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Transizione elettrica molto costosa: l’Ue lo aveva preventivato?

La decarbonizzazione si sta rivelando molto costosa: l’Ue, che impone vincoli, era al corrente delle conseguenze della transizione elettrica?

Transizione elettrica

Auto grande protagonista della transizione elettrica nell’Unione europea: in particolare, la Commissione Ue vuole imporre il bando delle vetture termiche nel 2035. Da quella data, dice, i Gruppi auto dovranno produrre solo elettriche, ossia macchine a emissioni zero. L’Ue stabilisce quindi tempistiche e vincoli rigidi, in tutti i settori industriali. 

Il target Ue è semplice a dirsi: riduzione delle emissioni di CO2 del 55% al 2030, col Green Deal. E zero di quelle emissioni al 2050.

Solo che la transizione elettrica costa tantissimo, e c’è da chiedersi se i politici dell’Ue lo abbiano tenuto in conto sin dall’inizio. Qualcuno avanza il dubbio che molti esponenti Ue siano invece sorpresi per il prezzo della decarbonizzazione ultra rapida.

Sale il costo della bolletta elettrica e del gas. Adesso, un bel po’ in ritardo, con azione curativa e non preventiva, l’Unione europea sta studiando le ipotesi di stoccaggi comuni di gas naturale: una proposta che arriva dall’Italia. Sotto esame l’idea di contratti unici proposti: questa giunge dalla Spagna. In previsione, l’impegno a discutere del caro energia al Consiglio Europeo del 21-22 ottobre.

Situazione delicata: c’è una forte crescita del prezzo del petrolio e del gas. Che fa aumentare i prezzi della benzina, del metano e dell’elettricità. In parallelo, in Europa, secondo la stima flash di Eurostat, il tasso di inflazione annuale è stato del 3,4%, in netto rialzo rispetto al 3% ad agosto. L’energia ha registrato il tasso annuale di crescita maggiore: +17,4%, rispetto al +15,4% ad agosto.

Su auto e mobilità, sentiamo il sottosegretario agli Affari europei, Enzo Amendola, a margine del Consiglio competitività a Bruxelles: “C’è il tema delle filiere industriali, da quella della mobilità a quelle della produzione: sono tutti elementi su cui noi con pragmatismo vogliamo calcolare, non solo per interesse nazionale ma anche europeo, quelle che sono le ricadute. Abbiamo l’ambizione non solo di difendere posti di lavoro, ma di crearne di nuovi, utilizzando le transizioni verde e digitale”.

Nel Consiglio, diverse delegazioni hanno sottolineato le sfide per l’industria automobilistica. E hanno convenuto che la transizione verde non dovrebbe pesare sulle piccole e medie imprese. 

Transizione elettrica, fonti rinnovabili e sacrifici paesaggistici: cosa succede

Poi c’è il tema delle rinnovabili. Obiettivo: produrre energia senza inquinare. Già, ma anche questo ha un prezzo, perché da qualche parte gli impianti bisognerà pur farli. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sul fronte delle autorizzazioni, ha fatto riferimento a possibili “sacrifici paesaggistici”. Spiegando che per affrontare una “trasformazione senza precedenti” bisogna “trovare un compromesso” con la tutela del paesaggio. 

E se le Regioni non dovessero collaborare all’individuazione dei siti idonei alla realizzazione degli impianti? Per Cingolani, si potrebbe sempre ricorrere ai “poteri sostitutivi”.

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