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Classifica colonnine di ricarica in Europa: Italia male

Solo settima, e distanziatissima dai vertici, nella classifica delle colonnine di ricarica in Europa: la strada per la transizione è lunga

colonnine di ricarica

Incentivi per auto poco inquinanti e per auto elettriche col contagocce in Italia; ma almeno nella classifica  delle colonnine di ricarica in Europa come siamo messi? Male, malissimo. Siamo settimi e distanziatissimi. Il che si traduce in una transizione verso il verde straordinariamente lenta nei fatti, mentre solo a parole la politica italiana vola verso vette estreme verso la decarbonizzazione in fatto di mobilità.

Leggiamo i dati Acea, l’Associazione europea dei Costruttori auto. Il numero si riferisce ai punti di ricarica installati ogni 100 chilometri di strade. Una media. Poi ci sarebbe anche da parlare delle colonnine al Sud Italia (pochissime), ma così il discorso si complica ulteriormente.

Classifica colonnine di ricarica: le prime 10

L’Italia ha 5,1 colonnine ogni 100 km. Davvero un numero bassissimo. Siamo settimi in Europa. Ma sfiguriamo contro l’Olanda, che 47,5 infrastrutture ogni 100 chilometri. Così come facciamo brutta figura con Lussemburgo (34,5) e Germania (19,5). Meglio di noi pure Portogallo (14,9), Austria (6,1), Belgio (5,5). Per intero la classifica è la seguente.

  1. Olanda: 47,5
  2. Lussemburgo: 34,5
  3. Germania: 19,4
  4. Portogallo: 14,9
  5. Austria: 6,1
  6. Belgio: 5,5
  7. Italia: 5,1
  8. Svezia: 5
  9. Danimarca 4,4
  10. Francia 4,1

Per fortuna, non siamo al livello di Lituania, Grecia, Polonia, Lettonia e Romania, che oscillano tra le 0,2 e le 0,5 infrastrutture ogni 100 km.

Andrebbe anche capito quante colonnine funzionano in Italia, sono oggetto di manutenzione, non vengono vandalizzate.

Per Eric-Mark Huitema, direttore generale dell’Associazione, i consumatori non potranno passare ai veicoli a zero emissioni se non ci saranno abbastanza stazioni di ricarica e rifornimento lungo le strade in cui guidano. 

Cosa chiede l’Acea chiede quindi all’Ue? Di creare le giuste condizioni per la mobilità elettrica durante i prossimi negoziati su Fit for 55: l’obiettivo per il 2030 è di ridurre le emissioni di gas serra del 55% rispetti ai livelli del 1990. La Commissione Ue dice stop alle termiche dal 2035: solo elettriche.

Ma ogni 100 auto vendute, quante fra elettriche e ibride plug-in?

  1. Svezia: 32,2%
  2. Olanda: 25%
  3. Finlandia: 18,1%
  4. Danimarca: 16,4%
  5. Germania e Portogallo: 13,5%
  6. Lussemburgo: 11,4%
  7. Francia: 11,2%
  8. Belgio: 10,7%
  9. Austria: 9,5%
  10. Irlanda: 7,4%
  11. Spagna: 4,8%
  12. Ungheria: 4,7%
  13. Italia: 4,3%

C’è da mettersi le mani nei capelli: un tristissimo 4,3% di elettriche e ibride plug-in sul venduto. Una fetta di mercato piccolissima, sebbene in forte crescita. Ovvio: sono macchine costose, con incentivi disordinati che disorientano, mentre le colonnine sono pochissime da noi.