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Car sharing in Italia: 4 mosse per farlo crescere

Report di Share Now sull’auto condivisa nel nostro Paese

car sharing

Dal 2013 al 2019, c’è stata una crescita costante del car sharing in Italia. Pareva una colonna portante della mobilità urbana sostenibile. Poi, col Covid del 2020, il crollo inevitabile. Adesso, ecco un report di Share Now sull’auto condivisa nel nostro Paese. Le proposte per dare un supporto concreto al settore. 

Le idee sono state sottoposte all’attenzione di più soggetti: ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, ministero della Transizione ecologica, Anci (Associazione Comuni) e delle amministrazioni comunali delle città.

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Poker di idee per Governo Draghi e Comuni

  • Abolizione del canone annuale. Per sostenere un servizio essenziale per la mobilità sostenibile, Share Now sollecita tutte le amministrazioni comunali ad azzerare il canone annuale richiesto ai player del car sharing. Quest’azione è già stata intrapresa dalla Giunta capitolina a inizio 2021 e, per il momento solo in via transitoria, anche dal Comune di Torino. Per tutte le macchine, non solo per le auto elettriche
  • L’utilizzo del car sharing, infatti, genera un enorme beneficio per l’ambiente, specie se si tratta di vetture elettriche. Potrebbe ridurre dell’86% gli spazi pubblici occupati dagli stalli per la sosta, ridestinandoli così alla creazione di spazi verdi, corsie per la mobilità dolce e dehor per le attività commerciali.
  • Allineamento dell’Iva al 10%. Il car sharing a flusso libero è un servizio gestito da operatori privati, rientra a tutti gli effetti nel network dei trasporti urbani messi a disposizione dei cittadini. Dovrebbe rientrare tra i servizi assoggettati ad aliquota Iva del 10%, anziché del 22%, cosa prevista per altre prestazioni di trasporto urbano di persone, come Tp (Trasporto pubblico locale) e Ncc (Noleggio con conducente).
  • Inclusione nel Buono Mobilità. Dallo scorso novembre, è stato attivato il Buono Mobilità che ha coperto il 60% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 500 euro, per l’acquisto di biciclette e monopattini elettrici. Questo incentivo può essere steso al car sharing: è l’unico servizio che può davvero sostituire l’utilizzo del mezzo privato, pur mantenendo un alto livello di flessibilità.
  • Fondi pubblici per la promozione del MaaS: Mobility-as-a-Service. Un tipo di servizio che attraverso un canale digitale congiunto consente agli utenti di pianificare e pagare vari servizi di mobilità.

Fin qui, la società di car sharing. Adesso, la palla passa al Governo e ai Comuni. Che devono rinunciare a qualche soldo per favorire lo sviluppo della mobilità sana. Vedremo la loro reazione.

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