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Ricarica elettrica: cosa serve per il boom dell’auto a batteria

L’opinione di Mario Grosso, professore di ingegneria ambientale

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Vaielettrico.it ha intervistato Mario Grosso, professore di ingegneria ambientale sull’auto elettrica. Perché non decolla in Italia? Seppure sia in forte crescita, resta un fenomeno di nicchia. Tutto passa per la ricarica elettrica. Il nodo rimane l’infrastruttura di ricarica. Il sistema deve muoversi in due direzioni, dice Grosso. 

Vediamo allora le due strade.

  • Quella della ricarica rapida, ben posizionata su tutti gli assi viari principali, per consentire spostamenti su lunghe percorrenze.
  • E quella della ricarica lenta, che deve diventare estremamente capillare così da consentire di potersi allacciare praticamente tutte le volte che ci si ferma.

Oggi, abbiamo solo 2,7 punti di ricarica pubblica ogni 100 km. Siamo a 21.000 punti, con meno di 11.000 stazioni. Davvero pochissime. Anche perché tutte sbilanciate al Nord. E per giunta spesso oggetto di vandalismi.

E i costi? Grosso parla anche di bassa potenza. Secondo il professore, è sufficiente predisporre colonnine di ricarica anche a bassissima potenza. Si deve sfruttare al meglio la produzione da fonti rinnovabili, anche giocando sulla leva tariffaria. Va da sé che queste ricariche capillari a bassa potenza dovranno essere disponibili a costi molto bassi. Mentre la ricarica rapida o ultrafast potrà essere venduta anche a cifre molto elevate, così da scoraggiarne l’abuso.

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Il problema dell’ansia da ricarica

La percorrenza media annua in Italia è di poco superiore agli 11mila km, ricorda Motus-E, e il 95% delle percorrenze giornaliere delle auto in Europa è al di sotto dei 150 km. Si tratta di distanze ampiamente coperte dalla stragrande maggioranza dei veicoli elettrici sul mercato. Oggi le auto elettriche, grazie alla ricerca sulle batterie, sono in grado di coprire 350-400 chilometri con una sola ricarica. Chi ha la wallbox dorme sonni tranquilli; senza, è ovvio soffrire di ansia da ricarica per le poche colonnine in Italia.

Infatti, siamo indietro anche come vendite e circolante. Solo 18.000 immatricolazioni di auto a pila nel 2021, nonostante incentivi corposi. E un circolante elettrico di 73.000. Ai margini dell’Unione europea. Il Piano Draghi presentato a Bruxelles parla solo di punti di ricarica, e non di ecoincentivi. 

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