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Formula 1: e se tornassero Mugello e Nurburgring?

Sono diverse le indiscrezioni relative alla gestione della seconda parte della stagione del Circus, qualora qualche appuntamento dovesse riscontrare problemi

Giovinazzi

Il recente annullamento del Gran Premio del Canada, con conseguente ritorno in calendario dell’appuntamento di Istanbul in Turchia, dovrebbe mantenere intatte le collocazioni del calendario mondiale di Formula 1 nei prossimi mesi. Perlomeno fino all’appuntamento russo di Sochi in programma a fine settembre, quando la Formula 1 avrà già disputato ben 16 appuntamenti.

Tuttavia qualche dubbio emerge pensando a ciò che riserverà il calendario mondiale al di là dell’appuntamento russo. Sebbene ci sia ancora parecchio tempo per ragionare prima dell’effettivo approdo del Circus in Russia, pianificare gli spostamenti non è stato mai così importante come adesso. È chiaro quindi che la Formula 1 sta ragionando su diverse prospettive per escludere ogni eventualità di ritrovarsi con qualcosa di impreparato fra le mani.

Singapore e Giappone realmente fattibili?

Dopo l’appuntamento di Sochi, la Formula 1 dovrà infatti dirigersi prima a Singapore e poi in Giappone nel giro di tre settimane. Ma se l’appuntamento russo sembra non disporre di conseguenze negative eventuali, per quanto riguarda Singapore e Giappone qualche dubbio sorge così come non è chiaro se si andrà in Brasile sebbene ad Austin e Città del Messico pare gli eventi siano stati confermati: guardando all’Australia rimane pure qualche altro punto di domanda.

Se anche Arabia Saudita e Abu Dhabi dovessero presentare qualche problematica, allora i punti di domanda diventerebbe pari ai sei Gran Premi citati ovvero gli ultimi che chiuderanno la stagione. Interessantissima risulta quindi la questione sollevata da Roberto Chinchero su Motorsport.com: “nel weekend di Portimao alcuni addetti ai lavori hanno sussurrato il nome di Mugello e Nurburgring (come sedi alternative a Singapore e Suzuka) due piste che hanno già raccolto grandi consensi lo scorso anno. L’unico dubbio è legato il clima, ma nel mese di ottobre le alternative europee con previsioni meteorologiche più rassicuranti sono poche”.

La questione potrebbe farsi davvero interessante, vista l’effettiva mancanza di valide alternative in grado di ospitare un Gran Premio di Formula 1. C’è poi l’ipotesi relativa all’America. Se ad esempio il Brasile dovesse risultare in dubbio, così come il Messico, la volontà di Liberty Media di mantenere ad ogni costo un GP negli Stati Uniti potrebbe persino far propendere per un secondo Gran Premio negli USA e allora in quel caso qualcuno ha già avanzato l’ipotesi Indianapolis. Insomma, le indiscrezioni non mancano, ma bisognerà attendere conferme certe per capire come andranno le cose realmente nei prossimi mesi.

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