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Transizione verso l’auto elettrica: serve un Fondo per la rete distributiva di prodotti energetici 

Utile uno stanziamento per la decarbonizzazione: riguarda i gestori attuali di benzina e diesel

Transizione verso l’auto elettrica serve un Fondo per la rete distributiva di prodotti energetici 

Come si diffonde la mobilità pulita? Per la transizione verso l’auto elettrica, serve un Fondo per la rete distributiva di prodotti energetici. Utile uno stanziamento per la decarbonizzazione: riguarda i gestori attuali di benzina e diesel. Fatti salvi eventuali contributi a carico del bilancio della Stato, questo Fondo è alimentato da un “onere generale di sistema per la mobilità sostenibile”: un corrispettivo per l’uso della rete di distribuzione di prodotti energetici per autotrazione, cui assoggettare tutti i prodotti energetici destinati alla mobilità diversi da quelli decarbonizzati. Lo evidenziano i gestori di carburante. Ossia Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio.

Transizione verso l’auto elettrica: il ruolo dei gestori di benzina

La gestione del Fondo e la determinazione annuale di tale onere di sistema, per ciascuno dei prodotti, va all’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera). Che già gestisce gli analoghi oneri di sistema per finanziare, tra l’altro, l’incentivazione delle fonti rinnovabili.

Quindi, colonnine per fare il pieno elettrico, lì dove oggi ci sono i classici distributori di benzina e diesel.

L’Arera ha già in affidamento la regolazione delle modalità di riscossione dell’onere di sistema e di erogazione di incentivi, indennizzi e contributi. Poi servono incentivi. Per ciascuna tipologia di investimento e degli indennizzi ai proprietari degli impianti esistenti cui non è rilasciata la concessione e ai relativi gestori.

Chi decide i bonus? Bisogna sentire il ministro per la Transizione Ecologica, il ministro dell’Economia e delle Finanze. Su proposta dell’Arera. E sentite le associazioni dei principali operatori nonché le organizzazioni di categoria dei gestori più rappresentative a livello nazionale.

Obiettivo: garantire la bonifica ambientale e l’effettivo smantellamento di impianti che, decorsi tre anni dalla data di entrata in vigore della legge, non siano oggetto di concessione.

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