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In Europa le colonnine elettriche sono poche: la Corte dei conti Ue ammonisce la Commissione

Cartellino giallo perché le stazioni per fare il pieno alle auto a batteria non bastano

In Europa le colonnine elettriche sono poche la Corte dei conti Ue ammonisce la Commissione

L’Unione europea vuole andare avanti in termini di auto elettriche, ma questo desiderio si scontra contro l’amara realtà: nel Vecchio Continente, le colonnine elettriche sono poche. La Corte dei conti Ue ammonisce la Commissione. La relazione sulle infrastrutture di ricarica diventa una pagella con voti bassi: critiche su disponibilità, armonizzazione, informazione e allocazione dei fondi

Sì, ci sono stati alcuni successi: la promozione di uno standard comune Ue per i connettori. O il migliorato accesso a diverse reti di ricarica. Ma restano ostacoli agli spostamenti con veicoli elettrici nell’Unione. Cosa dicono i revisori? La paura è una: non centrare l’obiettivo di un milione di punti di ricarica pubblici in Europa entro il 2025.

Le colonnine elettriche sono poche: ecco la soluzione

Cosa serve per la svolta? Servirebbero altre 150.000 colonnine ogni anno. Per centrare gli obiettivi di Bruxelles. Già. Ma la media è di 36.000 punti installati annualmente tra i 27 Paesi dell’Ue e il Regno Unito.

Niente teoria. Molta concretezza. Si pensi che i revisori della Corte dei conti Ue hanno macinato più di 2.000 chilometri in auto elettrica tra Germania, Francia e Italia. Testando l’infrastruttura di ricarica cofinanziata dall’Unione europea.

Il problema lo evidenziava già l’Unrae (Unione Case estere). Evidenziando la situazione grigia del nostro Paese. L’Italia ha 2,7 punti di ricarica per 100 km. La nazione ferma al sedicesimo posto in Europa. Ed è lontana dalla Germania, che pur essendo fra le prime sei del ranking con 6,9 punti ricarica per 100 km, nei giorni scorsi ha annunciato un piano di 5,5 miliardi di euro per finanziare la realizzazione di colonnine di ricarica. Perché non bastano. Il Piano di rilancio è l’occasione per accelerare in Ue la svolta green nella mobilità, sulla quale già da anni le Case automobilistiche investono grandi risorse in ricerca e sviluppo.

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