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Contachilometri alterato: truffa contrattuale del venditore 

Lo ha stabilito la Cassazione: l’uomo aveva consapevolmente sottaciuto in sede di trattative la manomissione

Contachilometri alterato

La vecchia truffa dello scalare i km dalla macchina non ha mai fine. Neppure le regole europee sulle revisioni hanno potuto qualcosa. Infatti, la Cassazione, con sentenza 24027/2018 è intervenuta in materia. Contachilometri alterato: truffa contrattuale del venditore. L’uomo aveva consapevolmente sottaciuto in sede di trattative la manomissione. Si entra quindi nel Codice penale, anche perché la vettura vecchia, spacciata per semi nuova, inquina parecchio ed è un oggetto che mette a rischio la sicurezza stradale.

Contachilometri alterato: parola ai giudici

Nel caso specifico, un Tribunale ha dichiarato la penale responsabilità di un automobilista, per il reato di cui all’articolo 640 del Codice Penale. Quale responsabile della concessionaria, ha ridotto di oltre 70.000 chilometri e nell’omessa informazione di tale manomissione all’acquirente, induceva il potenziale acquirente ad acquistare il veicolo a un prezzo di 19.000 euro. Corrispondente al valore di una vettura usata con una percorrenza pregressa pari a 129.000 km. Con la percorrenza reale, il prezzo sarebbe stato enormemente inferiore.

C’è un ingiusto profitto e, alla persona offesa, un corrispondente danno. La Corte di appello ha confermato, per quanto riguarda la responsabilità penale dell’imputato, la sentenza di primo grado, riqualificando, però, il fatto quale reato di frode in commercio (articolo 515 del Codice Penale).

Il venditore truffatore ha fatto ricorso per Cassazione. Ma ha perso: gli ermellini hanno confermato quanto stabilito in secondo grado. Secondo quanto ricostruito dalle sentenze di merito, le modalità della condotta posta in essere dall’imputato, assumono le caratteristiche degli artifici e raggiri.

Tutti artifici  idonei a indurre all’acquisto della BMW ad un prezzo corrispondente al valore di una vettura usata che avesse percorso 129.000 chilometri, risultando occultata la reale “vetustà” del motore. In tal modo, il venditore aveva lucrato la consistente differenza di prezzo rispetto al valore di mercato di un autoveicolo BMW che aveva nella realtà percorso oltre 200.000 chilometri. Uno schilometraggio molto fruttuoso.

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