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Connettori e prese nella mobilità elettrica per corrente alternata e continua: quali tipi

Passiamo in rassegna quello che offre oggi la tecnologia

auto elettrica

Connettori e prese nella mobilità elettrica per corrente alternata e continua: quali tipi. Passiamo in rassegna quello che offre oggi la tecnologia, grazie all’aiuto di Motus-E. Ce ne sono così tante, e talmente differenti fra loro, da non rendere semplice il settore per i consumatori: un punto debole, che rallenta lo sviluppo della mobilità sostenibile.

Connettori e prese nella mobilità elettrica per corrente alternata: 4 famiglie

TIPO 1. Solo lato veicolo, monofase con 2 contatti pilota: al massimo 32 A a 230 V. Vedi infografica in basso.

tipo 1

TIPO 2. Lato veicolo e lato colonnina, monofase e trifase. Ha 2 contatti pilota, massimo 32 A (monofase 230 V) e 63 A (trifase 400V). Vedi infografica in basso.

tipo 2

TIPO 3A. Solo lato colonnina, monofase, 1 contatto pilota, massimo 16A a 230 V. Attenzione: per scooter elettrici o simili. Vedi infografica in basso.tipo 3a

 

TIPO 3C Solo lato colonnina, ma stanno scomparendo. Per fortuna, perché poco pratici.

Connettori e prese per corrente continua; 2 famiglie

CHAdeMO. Questo è lo standard DC dei Costruttori auto giapponesi. In genere, le auto con connettore CHAdeMo hanno pure connettori per la ricarica AC. Vedi infografica in basso.

CHAdeMO

CCS (Combined Charging System) o Combo2 [vedi foto in alto d’apertura]. Che vantaggio dà? Questo connettore integra sia la ricarica lenta in AC sia la veloce in DC. Il tutto avviene con un’unica presa lato veicolo. La presa AC Tipo 2: integra due contatti per la DC in basso. Questo sistema è adottato dalle Case automobilistiche europee: standard per le ricariche di alta potenza (dai 50 kW in su) in Europa e America. Vedi infografica in basso.

CCS Combo2

 

Ovviamente, sarebbe opportuno come non mai un unico standard: più si semplifica il mondo dell’auto elettrica, più chi ha un’auto a benzina o una diesel (straordinariamente comode e pratiche) è disposto ad abbandonare l’endotermico in favore del pulito. Non basta sapere che sul lungo periodo si risparmia, o che la Rca è più bassa, e che si inquina molto meno. Serve massima praticità.

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