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Ministero Transizione ecologica: auto elettriche fra i punti chiave

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che dà via libera all’istituzione del nuovo dicastero

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Ministero Transizione ecologica. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che dà via libera all’istituzione del nuovo dicastero. Ma che c’entra con le auto? Semplice: le elettriche sono fra i punti chiave del ministero neonato. Con rinnovabili, decarbonizzazione e sostenibilità.

Ministero Transizione ecologica: Roberto Cingolani

Guidato da Roberto Cingolani, avrà competenze sull’energia, dalle fonti rinnovabili alle trivelle, che fino a ieri facevano capo al ministero dello Sviluppo.

Serviranno soldi. Sì, quattrini, necessarie “risorse umane, strumentali e finanziarie”, spiega il decreto. La direzione generale per l’approvvigionamento, l’efficienza e la competitività energetica passano infatti al Mite (Ministero Transizione ecologica).

La mobilità green uno dei cardini del Mite: adesso, bisognerà vedere come si muoverà sotto due punti di vista. Primo: la creazione di colonnine pubbliche. Abbiamo solo 2,7 colonnine ogni 100 chilometri, contro 4,7 della media europea. Così, ’Italia si piazza al quattordicesimo posto in Europa. Secondo: una politica di incentivi pluriennali a favore di chi compra le elettriche.

Ricordiamo che la dotazione organica del personale dirigenziale del ministero della Transizione ecologica è individuata in 12 posizioni di livello generale e in 67 posizioni di livello non generale.

Investire i soldi dell’Unione europea per la mobilità pulita

Per l’ambiente. Infatti, il mercato automobilistico italiano ha visto nel 2020 un’inversione di tendenza nel quantitativo di emissioni di CO2. Dalle auto di nuova immatricolazione. Lo dice il Book Unrae 2020, pubblicazione dell’Unione delle Case estere. Grazie anche alle elettrificate. Che hanno aumentato la loro la penetrazione nel mercato, salendo dal 5,7% del 2019 al 16,1%.

Ma questo non basta, occorre accelerare per la transizione verde. Usando anche i denari che arriveranno dall’Unione europea, se accetterà il programma del Governo. Quello che Conte non ha presentato.

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