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Con Draghi ci sarà più attenzione per l’auto?

In attesa del nuovo possibile Governo, riflessioni su quanto potrà accadere

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Con Draghi ci sarà più attenzione per l’auto? In attesa del nuovo possibile Governo, riflessioni su quanto potrà accadere. Il presidente Mattarella ha spiazzato molti politici della maggioranza: l’annuncio che Draghi salirà al Quirinale per ricevere l’incarico a formare un esecutivo di alto profilo ha avuto anche effetti benefici sui mercati finanziari. Draghi viene visto come l’uomo in grado di porre fine all’ingovernabilità del Paese, che potrà proiettarsi nel futuro, pure sotto il profilo economico. Intanto, per l’automotive, potrebbero aprirsi inedite prospettive.

Con Draghi ci sarà più attenzione per l’auto? Cos’è successo finora

Partiamo da oggi. Un pilastro dell’economia nazionale come l’auto, che fa incassare fior di soldoni al fisco, s’è visto dare pochi incentivi per le vetture nuove. Soldi arrivati spesso tramite emendamenti, in modo confuso, disordinato. Uno stillicidio di normative frastagliate e in sovrapposizione le une con le altre. Questo ha disorientato i consumatori, alle prese con norme e cavilli complicati. Mentre Case e concessionarie non hanno potuto pianificare a dovere.

L’anima M5S del Governo Conte ha spinto per i monopattini elettrici. Dando assist formidabili ai Comuni per creare piste ciclabili. Eppure, gli ecobonus auto, pochi e non organici, hanno avuto un successone: perfino quelli attuali per benzina e diesel si stanno volatilizzando. A beneficio di ambiente, sicurezza stradale, prezzi Rca, lavoro, economia, Pil.

Occorrerà vedere se e come Draghi riuscirà a fare il suo Governo di alto profilo. Con quali uomini nei posti chiave. Chiaro che il settore automotive necessita di aiuto. L’esempio arriva dalla Francia, con 8 miliardi di euro a favore delle auto. E dalla Germania, con enormi sconti fiscali a beneficio del comparto auto.

Il tutto, all’insegna della neutralità tecnologica: sì ai bonus per elettriche e ibride plug-in soprattutto, ma vetture moderne ed efficienti a benzina e a gasolio da non demonizzare: oltretutto, i Costruttori utilizzano quegli incassi per fare investimenti nelle macchine a pila.

Piano da presentare all’Europa: occasione straordinaria per l’auto

Deludente anche la bozza del Piano da presentare all’Europa disegnata dal Governo Conte. A parte che siamo in ritardissimo, perché avremmo già dovuto consegnare il progetto da un pezzo. Ma poi di vera transizione verde con l’auto pulita non c’è traccia. Servono colonnine di ricarica, estese anche al Sud.

Nei programmi del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), è opportuno che mobilità verde e il rilancio del settore automotive siano presenti. Parliamo non solo di aria più pulita da respirare, ma anche di bilanci statali e di livelli occupazionali da tutelare.

Non ultimo, l’auspicio è che un eventuale futuro Governo Draghi di alto profilo possa studiare un allineamento della fiscalità delle imprese con auto aziendali a quella dei principali Paesi europei. La differenza fra Italia e altre nazioni va annullata. Basti dire che a gennaio 2021 le aziende hanno comprato poche vetture perché la tassazione è salita in automatico. Così contrastando la spinta verso l’alto degli ecobonus.

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