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L’ex CEO di Aston Martin è preoccupato per il settore auto britannico

Andy Palmer ha espresso il suo punto di vista all’interno di un articolo pubblicato da Automotive News Europe

Andy Palmer

L’accordo sulla Brexit firmato quasi all’ultimo minuto tra Regno Unito e Unione Europea prevede l’assenza di qualunque tipo di tassa sull’esportazione di beni. Si tratta sicuramente di un ottimo risultato per l’industria automobilistica del paese britannico, anche se non bisogna festeggiare troppo.

Di questo è convinto Andy Palmer – ex amministratore delegato di Aston Martin – che ha espresso il suo punto di vista all’interno di un articolo pubblicato da Automotive News Europe sfruttando la sua lunga esperienza nel settore automobilistico. Palmer afferma che “risolto un problema, ne spunta subito un altro“.

Auto elettriche: l’ex ad Andy Palmer è preoccupato per l’industria britannica

Per iniziare, lo stabilimento Honda presente a Swindon potrebbe chiudere perché, per l’accordo di libero scambio tra l’Europa e il Giappone, per i cittadini europei potrebbe essere più conveniente acquistare auto che provengono da stabilimenti giapponesi. Un altro aspetto fondamentale che avrà sicuramente delle ripercussioni sull’intero settore è l’accelerazione del processo di elettrificazione.

Secondo gli accordi di approvvigionamento di batterie per i veicoli elettrici provenienti dai paesi al di fuori dell’Unione Europea, gli accumulatori dovranno contenere fino al 70% di materiali provenienti da paesi al di fuori dell’UE e dello UK. Entro il 1° gennaio 2024, questa soglia dovrà abbassarsi al 50%.

Ciò significa, in parole povere, che le aziende britanniche dovranno pagare una tariffa del 10% sulle auto elettriche esportate nei paesi dell’Unione Europea. Palmer ha spiegato che oggi la maggior parte delle batterie provengono da Cina, Corea e Giappone e al momento né il Regno Unito e né l’Unione Europea hanno forniture interne. A differenza degli altri stati membri, però, il Regno Unito sembra essere in ritardo per la produzione locale di batterie.

L’unico impianto è quello inaugurato dieci anni fa da Nissan nel Sunderland, dove ho coordinato il progetto della Leaf. Per soddisfare la produzione britannica servirebbero almeno altri quattro nuovi stabilimenti. Il che rappresenta un gran problema, dato che non sono certo fabbriche che si mettono in piedi da un giorno all’altro“, ha detto Andy Palmer.

Egli ha proseguito dicendo: “È praticamente impossibile arrivare pronti alla scadenza del 2024 oltre la quale potrebbero scattare i dazi sulle auto elettriche esportate nell’Ue. Le batterie sono costose e difficili da spedire, per questo di solito vengono costruite vicino agli stabilimenti di produzione delle automobili. Questo vuol dire che se il Regno Unito non costruirà in tempi brevi stabilimenti per l’assemblaggio di batterie, molti costruttori di auto elettriche cesseranno le loro attività produttive nel paese“.

L’ad di Aston Martin afferma che tale questione deve essere assolutamente considerata dal governo. “È il momento di stimolare nuovi investimenti nella ricerca di nuovi metodi per la realizzazione di batterie e nella costruzione di nuove fabbriche. In gioco c’è il futuro di un settore automobilistico che nel Regno Unito vale 800.000 posti di lavoro“, ha concluso Palmer.

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