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Vendite auto Europa: analisi e previsioni pessime

Mentre in Italia incentivi esauriti e nulla per l’auto nella legge Bilancio 2021

crollo vendite ue

Dopo l’analisi dei vari Gruppi auto, vediamo il mercato in generale. Andiamo male: vendite auto Europa a ottobre giù del 7%. Mentre in Italia andiamo peggio: incentivi esauriti e nulla per l’auto nella legge Bilancio 2021. Vediamo i dati dell’Acea (l’associazione europea dei costruttori di auto): il mese scorso, le immatricolazioni nell’area Ue+Efta (Regno Unito incluso) sono state 1.129.223 unità, un crollo rispetto a ottobre 2019.

Vendite auto Europa: dramma

Situazione bruttissima, causa Covid. Nei primi dieci mesi dell’anno, le vendite sono state 9.696.828, pari a un calo del 27,3%. Per Gian Primo Quagliano, del Centro studi Promotor, dopo la prima crescita dell’anno nel settembre scorso (+1,1%), in ottobre nei 31 mercati nazionali dell’area solo quattro sono in crescita e si tratta di mercati piccoli o piccolissimi: Norvegia (+23,6%), Romania (+17,6%), Islanda (+12%) e Irlanda (+5,4%).

Vendite auto Italia: residuo incentivi ci salva

Tra gli altri 27 mercati il risultato meno negativo è quello dell’Italia che in ottobre accusa un calo contenuto nello 0,2%. Per effetto del residuo impulso degli incentivi alle vetture con alimentazione tradizionale. Niente illusioni: sarà crollo anche qui, aggiungiamo. Senza ecobonus, senza una visione politica che voglia davvero rilanciare l’automotive. Viceversa, c’è molto interesse politico, a livello governativo, per i monopattini elettrici: mah.

Altri numeri dicono più il vero sull’Italia. Il consuntivo dei primi dieci mesi dell’anno è però particolarmente pesante proprio per il nostro Paese (-30,9%). Nel gruppo dei cinque maggiori Paesi dell’Europa Occidentale soltanto la Spagna fa peggio dell’Italia (-36,8%), mentre il calo del Regno Unito è quasi uguale a quello italiano (-31%) e migliori sono invece le situazioni di Francia (-26,9%) e di Germania (-23,4%).

Immatricolazioni in Europa: 3 fattori

Secondo Quagliano, in tutti i mercati la domanda di vetture è oggi influenzata essenzialmente da tre fattori:

  1. le limitazioni alle attività economiche e alle libertà personali disposte per contrastare la pandemia,
  2. gli effetti sull’economia e sulla propensione all’acquisto di beni durevoli derivanti dalle limitazioni di cui si è detto,
  3. e gli incentivi varati in quasi tutti i Paesi per sostenere il mercato dell’auto e il rinnovo del parco circolante.

Ora è facile prevedere che il ritorno del virus determinerà nuovi crolli a partire da novembre, temperati, ma solo in parte, nei paesi con sistemi di incentivazione efficace e con stanziamenti adeguati. Non vi sarà invece alcun temperamento dell’impatto del virus nei paesi con incentivazioni inadeguate. Purtroppo l’Italia rientra in quest’ultima categoria di Paesi.

A ciò si aggiunge che la proposta di Legge di Bilancio presentata dal Governo al Parlamento per la conversione in legge non prevede nulla per l’auto. In questa situazione le previsioni per l’ultimo scorcio del 2020 e per il 2021 non possono essere che catastrofiche. Eppure il comparto auto, con il suo indotto, vale in Italia il 12% del Pil.

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