in ,

Ibride plug-in vendite Europa a gonfie vele

Nel terzo trimestre le vetture ibride plug-in registrano il miglior tasso di crescita 

Jeep-e-wallbox

Ibride plug-in vendite Europa a gonfie vele da luglio a settembre 2020. Lo dice l’Acea (Costruttori auto europei): 172.504 unità con un aumento del 312,3%. Sul totale della torta di mercato, la fetta è del 5% contro l’1% del 2019.  Il tutto grazie anche agli ecobonus. In più, le Case spingono sul plug-in, così da rispettare l’ambiente, abbassare i consumi e stare in regole con le rigide normative Ue (pena multe pesanti).

Ibride plug-in vendite Europa a gonfie vele

E da gennaio a settembre 2020, le ricaricabili consegnate sono state 350.772, ossia in salita del 180%. Contro le elettriche a 418.142 unità. Le vetture a batteria al 100% costano di più, e danno ancora ansia da ricarica. Invece, le plug-in, finita la carica elettrica, ti fanno andare a benzina: zero pensieri.

D’altronde, anche in Italia, a ottobre è stato boom: crescita esponenziale a tre cifre per ibride, plug-in ed elettriche che salgono rispettivamente al 24,7% di quota (+17,3 punti), al 2,3% (dallo 0,5% di un anno fa), all’1,8% del totale, triplicando la quota di mercato, come evidenzia l’Unrae.

Ricaricabile con consumi bassi? Dipende

Ovviamente, tutto dipende da come la usi, la ricaricabile. La vettura alla spina, se utilizzata tanto in elettrico, fa consumare poca benzina ed è pulita. Viceversa, se uno usa la plug-in come fosse un benzina normale, allora l’effetto positivo potenziale sparisce nel nulla. Questione di sensibilità, cultura automotive.

Fra la teoria dei consumi e delle emissioni sui rulli, in laboratorio, nei test di omologazione, e la realtà dell’uso quotidiano sulle strade, la differenza era e sarà sempre parecchia: inevitabile. Discrepanze che possono scemare nel tempo, quando il pubblico apprezzerà le qualità delle ricaricabili, sfruttando al meglio il doppio motore.

Lascia un commento