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L’auto europea perde 100 miliardi nella crisi sanitaria 

Il Covid morde ogni settore, anche il comparto automotive. Urgono interventi

industria auto

L’auto europea perde 100 miliardi nella crisi sanitaria. Nei primi sei mesi dell’anno, questo il risultato per la mancata produzione di 3,6 milioni di esemplari, a causa delle chiusure delle fabbriche dovute alla pandemia di Covid. Si tratta del 20% delle vetture prodotte del 2019. A fine 2020, ci sarà il 25% nelle immatricolazioni, il più pesante crollo di sempre nel Vecchio Continente. E nel mondo? Si arriva al 21% di crollo verticale. Lo dice Mike Manley, ceo FCA e presidente Acea (Associazione Costruttori auto europei).

L’auto europea perde 100 miliardi: l’analisi

Per Manley, è opportuno che i politici utilizzino i fondi del Recovery Plan per misure di sostegno concreto come schemi di rinnovo delle flotte. Particolare attenzione va data alle vetture più amiche dell’ambiente. Si deve lavorare insieme per assicurare che l’ecosistema dell’auto nell’Ue (occupa oltre 14,6 milioni di persone) possa sopravvivere, riprendersi e prosperare, sostiene Manley.

Perché una ripresa del nostro settore potrà contribuire a sollevare l’intera economia. Un circolo virtuoso da innescare, per uscire dal terribile circolo vizioso attuale.

Gli investimenti delle Case per l’auto pulita

Va ricordato che le Case hanno già dedicato 61 miliardi di euro alla decarbonizzazione, ossia una larga parte del bilancio annuale destinato a ricerca e sviluppo. Investendo pesantemente in tecnologie a bassa emissione. Per sostenere il progetto europeo di una mobilità 100% green nel 2050. I target ambiziosi fissati dalla Commissione di Bruxelles richiedono ora enormi investimenti aggiuntivi in questo momento già difficile, prosegue Manley.

Non ultimo, serve una vasta rete di punti di ricarica diffusa capillarmente in tutto il Continente con robusta politica di incentivazione.

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