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Parlamento europeo taglia emissioni del 60%: conseguenze per le Case

Sforbiciata entro il 2030: è stato approvato un emendamento alla proposta di legge sul clima presentata dalla Commissione europea

Europarlamento

Parlamento europeo taglia emissioni del 60% entro il 2030. Tutto parte dalla Commissione europea. Che presenta una proposta di legge sul clima. Si arriva al Parlamento UE: con 352 voti a favore, 326 contrari e 18 eurodeputati astenuti, è stato approvato un emendamento. Morale: la Commissione chiedeva di aumentare dal 40 al 55% il target di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030. Il Parlamento fa schizzare il numero al 60%. Come ClubAlfa aveva pronosticato qui.

Parlamento europeo taglia emissioni del 60%: i voti decisivi

Hanno pesato i voti dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici (S&D), dei Verdi, della Sinistra unitaria europea. E di tutti i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, oltre che di buona parte dei Liberaldemocratici e di alcuni Popolari.

È ovvio che ci saranno ripercussioni per tutti i settori dell’industria. Incluso l’automotive. Già sotto pressione: elettrificazione di massa per non incorrere in multe pesantissime. Una corsa contro il tempo. Con investimenti fortissimi. E listini che, è ovvio, si alzano. Più l’auto è tecnologicamente avanzata, più costa concepirla e produrla.

Emissioni schiacciate, pressing sui Costruttori

Un gioco al ribasso non da poco, in Europa. Quelle fazioni politiche spingono per l’auto ultra-pulita, e anche in fretta. Bisognerà vedere se i consumatori avranno la possibilità di comprare quelle macchine. Specie in piena pandemia. Un conto è mettere sul mercato un prodotto caro negli anno 1980, quando l’economia va a gonfie vele. Un altro conto è imporre, per legge, alle aziende di produrre beni con emissioni inquinanti bassissime in era Covid. Coi cittadini spaventati dal futuro.

Attenzione: se i consumatori non comprano auto, i Costruttori tagliano i costi. L’arma numero uno è licenziare. O, con più eleganza, spingere alle dimissioni o verso pre-pre pensionamenti. Il rischio fortissimo è che le Case investano denaro in quantità per le auto pulite, ma che il ritorno economico tardi ad arrivare.

A meno che lo Stato fornisca incentivi agli acquisti importanti e costanti. Con una rete capillare di colonnine elettriche. E con la possibilità che la rete regga l’urto di un elevatissimo numero di vetture in carica notturna. No, questa non è l’Italia. E non lo sarà nei prossimi anni, a stretto giro: mancano le premesse politiche. Occhio poi alle tasse che un eventuale Esecutivo può mettere sull’energia elettrica. Se nessuno paga le tasse su benzina e diesel, perché le auto endotermiche spariscono, tutte quelle entrate i politici dove le prendono? Come sostenere i costi della politica e dell’apparato burocratico-amministrativo che attanaglia la nazione?

Qui si corre in fretta sbandierando ideali ecologici. Ma con incognite pesantissime per l’automotive, comparto industriale principe in Europa. E per la popolazione stessa.

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