in

Legambiente attacca il diesel: i nostri dubbi

Perplessità su quanto dichiarato da Legambiente a proposito delle auto a gasolio

diesel

Legambiente attacca il diesel. Partiamo dai nuovi dati raccolti da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale. Nel quale l’associazione ambientalista ha stilato una pagella sulla qualità dell’aria di 97 città italiane. Sulla base degli ultimi 5 anni, dal 2014 al 2018. Confrontando le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) con i rispettivi limiti medi annui. Quali? Quelli suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità: 20µg/mc per il Pm10; 10 µg/mc per il Pm2,5; 40 µg/mc per il NO2.

Legambiente attacca il diesel: cosa dice

Legambiente dedica un focus sulle auto come fonte principale di inquinamento in città. Questo lo dice l’associazione. E ricorda che le emissioni fuorilegge delle auto diesel continuano a causare un aumento della mortalità.

C’è uno studio condotto da un consorzio italiano che comprende consulenti (Arianet, modellistica), medici ed epidemiologi (ISDE Italia, Medici per l’Ambiente) e Legambiente, nonché la piattaforma MobileReporter. Lo studio in stima per la prima volta in assoluto la quota di inquinamento a Milano imputabile alle emissioni delle auto diesel che superano, nell’uso reale, i limiti fissati nelle prove di laboratorio alla commercializzazione.

Se tutti i veicoli diesel a Milano emettessero non più di quanto previsto dalle norme nell’uso reale, l’inquinamento da NO2 (media annuale) rientrerebbe nei limiti di qualità dell’aria europei. Invece così si stimano di 568 decessi in più per la sola città di Milano, a causa dell’esposizione “fuorilegge” agli NO2 per un solo anno.

Per Legambiente si dovrebbero bloccare tutti i veicoli diesel troppo inquinanti, persino gli Euro 6  venduti sino ad agosto 2019.

I morti da diesel: come vengono calcolati?

Sorprende, questa la posizione di ClubAlfa, che Legambiente inizi con dati scientifici per poi finire malamente: si stimano di 568 decessi in più per la sola città di Milano.

Questo non è scientifico. E neppure empirico. È, a nostro giudizio, una stima molto discutibile. Attribuire i decessi a uno specifico tipo di motorizzazione in uno specifico periodo di tempo in uno specifico territorio è un’impresa titanica. Come hanno fatto? Quale scientificità c’è in tutto questo?

Sono numeri puramente teorici e basati su un uso spregiudicato della statistica, con algoritmi molto discutibili e tutti da verificare. E dei 568 decessi da diesel stimati, quanti fumavano? Quanti avevano il vizio di strabere alcol? Quanti erano maschi stressati e ipertesi? Quante signore sovrappeso?

Si parla di morti. Pace all’anima loro. Certo che è una stima. La stima è approssimata. Ma la stima arriva a 568. Non 500. O 600. No: 568. Mah.

Inoltre, stando alla nostra opinione, Legambiente non spiega come mai nei 3 mesi di chiusura totale da lockdown Covid, gli inquinanti a Milano non siano scesi come ci si attendeva. Si respirava male col diesel; si respirava male senza diesel. Vorremmo una spiegazione scientifica di tutto questo. È stato considerato tutto fuorché il blocco da coronavirus in cui lo smog ha fatto marameo agli ambientalisti.

Esiste uno studio del 2018. Poi esiste il lockdown da Covid. Che ha ribaltato le false convinzioni precedenti. Dura da digerire, ma così è, ci spiace.

Non è così che si fa la lotta allo smog: si vadano a vedere, con scientificità, i dati delle emissioni delle caldaie, delle industrie, dei mezzi di trasporto pubblico malandati e senza manutenzione. Il pianeta va rispettato. Ma anche la scienza.

Certo che le auto inquinano. Perfino quelle elettriche, per la produzione e lo smaltimento delle batterie. E per il rotolamento degli pneumatici. Nonché per l’uso dei freni. Neppure mezza parolina, però, sui nuovi diesel: sono pulitissimi. Non è che, siccome c’è stato il dieselgate, allora tutte le auto a gasolio sono da bruciare vive. L’industria automotive investe, evolve, riparte. Questo il destino dell’essere umano: progredire e svilupparsi. Oppure dobbiamo andare tutti in giro come scemi col monopattino elettrico e il gelato in mano? Occorre una mobilità sostenibile, adeguata alle necessità degli italiani che lavorano: grazie a incentivi statali per vetture moderne, unite a promozioni forti delle Case.

In quanto alle piste ciclabili milanesi, ma per carità. Adesso, per le piste ciclabili, le arterie sono intasate: salgono il traffico e lo smog. È un disastro per i mezzi di soccorso. Con le ciclabili vuote, specie con maltempo, freddo, pioggia.

Lascia un commento