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Incentivi auto nuove sbranati: segno che gli italiani sono ancora vivi

Stanno finendo per la seconda volta, dopo che sono finiti quelli di agosto

bonus auto

È ufficiale: gli italiani sono ancora vivi. Lo dicono gli incentivi auto nuove, che sono stati sbranati dai connazionali. Ottimo segno sia ad agosto sia a settembre. Gli ecobonus per le vetture a benzina e diesel sono andati esauriti in pochi giorni, mentre quelli per le ibride sono in via di esaurimento.

Incentivi auto nuove: un successo nonostante la formula sbagliata

Per gli incentivi auto nuove, s’è trattato di un successo nonostante la formula sbagliata: anzitutto, pochi soldi alle auto più richieste, ossia a benzina e a gasolio. Questo, nonostante il cambio repentino delle norme in vigore e oltre 15 giorni di inoperatività della piattaforma di Invitalia per i nuovi incentivi ad agosto abbiano creato inevitabili disagi alla clientela e agli operatori del settore. Ci sono stati guai anche a settembre per i venditori, con una piattaforma che faceva le bizze.

Tutto, nonostante la divisione dei finanziamenti in più plafond, che sono disconnessi dalle reali segmentazioni di mercato e rischiano, frenando le libere scelte dei consumatori.

In Francia il Governo ha varato un piano da 8 miliardi di euro, tutti per il settore automotive, articolato su interventi di politica industriale e di sostegno al mercato: è questa la strada maestra da seguire per non ritrovarci fanalino di coda in Europa. Lo ha detto Federauto, e condividiamo.

Quella Francia che viene sempre presa come modello, andrebbe seguita anche in fatto di bonus. Gli italiani desiderano l’auto nuova come mezzo primario della mobilità, come strumento indispensabile per muoversi in città e fuori, per lavoro e per svago. Una straordinaria difesa anti Covid, un guscio protettivo contro il coronavirus che si diffonde nei mezzi pubblici.

L’esperienza del 2007 per i bonus: da ripetere

Rammentiamo che nel 2007 i bonus furono perfetti. Per la filiera dell’auto, oltre ai vantaggi di natura economica in termini di sostegno alla crescita del Pil nazionale, gli incentivi hanno consentito la demolizione di circa 500.000 vetture Euro 0 ed Euro 1. Sostituite con vetture nuove Euro 4 di piccola cilindrata con emissioni di CO2 fino a 140 g/km. Era il 2007. Oggi, parliamo di Euro 6.

All’epoca, secondo uno studio del CSS, Centro Studi Sistemi di Trasporto, si ebbero benefici ambientali pari a una riduzione, rispetto alle vetture sostituite, del 30% di CO2 (circa 200mila tonnellate/anno di minori emissioni) e del 40% di particolato (PM10), valore quest’ultimo che sale a quasi il 90% in un confronto diesel-diesel.

Recovery Fund: la grande occasione per Governo e auto

Adesso, col Recovery Fund, c’è una grande occasione per il Governo. Che può riscattarsi e fare finalmente bella figura. Basta coi bonus statali per i monopattini cinesi, sì a misure per l’auto che sostengano la nazione. Staremmo alla larga anche dai soldi dati ai cinesi che producono autobus elettrici. Dai monopattini elettrici ai bus elettrici made in China, sarebbe deleterio.

Recovery Fund: ai progetti green andrà il 37%, come indica anche l’Unione europea e ha confermato ieri il premier Giuseppe Conte. Sì, ma di green ci sono anche le auto pulite di ogni tipo, non solo elettriche o ibride plug-in.

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