in

Oltre 110 miliardi di perdite Brexit per l’auto

L’allarme dell’Anfia (Associazione nazionale filiera auto)

brexit

Oltre 110 miliardi di perdite Brexit per l’auto. Mancano 15 settimane dalla fine del periodo di transizione della Brexit. I leader europei dell’industria automotive uniscono le forze. Nel chiedere che la Gran Bretagna e l’Unione Europea si assicurino un ambizioso accordo di libero scambio senza ulteriori posticipi. I negoziatori di entrambe le parti devono ora fare tutto il possibile per evitare un’uscita senza accordo al termine della transizione. Altrimenti, si pagano 110 miliardi di euro di perdite a livello commerciale nei prossimi cinque anni, mettendo a rischio posti di lavoro in un settore che garantisce occupazione a 14,6 milioni di persone. Lo riporta l’Anfia (Associazione nazionale filiera auto).

Oltre 110 miliardi di perdite Brexit per l’auto

L’allarme arriva da diverse associazioni. Che rappresentano i Costruttori di autoveicoli e di componenti dell’Unione Europea.

  • ACEA (Associazione europea dei costruttori di autoveicoli) e CLEPA (Associazione europea della componentistica automotive);
  • insieme a 21 associazioni nazionali comprese l’associazione inglese dell’automotive (SMMT),
  • l’associazione dell’industria automotive tedesca (VDA),
  • il comitato dei costruttori di auto francese (CCFA)
  • e la Plateforme automobile francese (PFA).

Uscita della GB: questione tariffe

le tariffe doganali – molto più alte dei ridotti margini della maggior parte dei produttori – dovrebbero quasi certamente essere trasferite sui consumatori, rendendo i veicoli più costosi, riducendo le possibilità di scelta e incidendo sulla domanda. Inoltre, anche i fornitori automotive e i loro prodotti saranno colpiti da queste tariffe che renderanno la produzione più costosa oppure porteranno ad un aumento delle importazioni di componenti da altri Paesi competitivi.

Sentiamo Gianmarco Giorda, direttore Anfia: il Regno Unito è uno dei maggiori partner commerciali per l’industria automotive italiana, il terzo mercato di destinazione per parti e componenti per autoveicoli, con il più alto avanzo commerciale positivo (1,34 miliardi di Euro nel 2019), e il quarto per le autovetture. Il punto è quindi evitare l’introduzione di nuove tariffe doganali, di lunghe pratiche burocratiche e un’impennata dei prezzi, salvaguardando così la competitività del settore automotive sia in Italia che nel Regno Unito.

Lascia un commento