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Autostrade per l’Italia statalizzata: vale 11 miliardi

Nuova ipotesi di accordo tra Atlantia e Cassa depositi e prestiti

autostrade

Stando a Bloomberg, la telenovela di Autostrade per l’Italia si arricchisce di una puntata. La famiglia Benetton (Atlantia, che controlla Aspi) starebbe lavorando con il Governo per una soluzione in due tappe. Obiettivo, statalizzare Autostrade. Che diverrebbe di proprietà della Cassa depositi e prestiti. Giovedì è convocato un cda straordinario di Atlantia. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sempre giovedì, riferirà sul dossier in Parlamento. Tutto ha avuto inizio ad agosto 2010: il crollo del Ponte di Genova, su un tratto autostradale in gestione ad Aspi. Il Governo Conte e il M5S con Di Maio promettono la revoca, ma poi per paura di pagare 25 miliardi di penale, si arriva all’accordo coi Benetton. Dopodiché, nulla di fatto.

Autostrade per l’Italia: qual è il suo valore

Quali gli step del nuovo patto secondo Bloomberg? Una quota pari al 70% di Aspi verrebbe scorporata da Atlantia (attualmente all’88%). La nuova società sarebbe oggetto di un aumento di capitale da 6 miliardi, riservato all’ingresso di Cdp e di altri investitori (forse fondi esteri). I mezzi freschi in entrata nella società sarebbero poi usati per 4 miliardi: per pagare una parte di debito di Autostrade e iper comprare il rimanente 18% che Atlantia ha ancora nella società.

Morale: la valutazione iniziale di Aspi è di 11 miliardi di euro e dovrebbe essere completata nella primavera del 2021.

Possibile accordo per Aspi e Governo: i nodi

Alla base di tutto c’è un problema: la valutazione del Piano economico finanziario presentato da Aspi. Su cui c’è già un sostanziale via libera del ministro Paola De Micheli sugli oneri compensativi per il crollo del Ponte Morandi (3,4 miliardi), a esclusivo carico di Autostrade. Poi occorre vedere gli investimenti pianificati al 2038 (14,5 miliardi più i 7 miliardi per la manutenzione). E con quale meccanismo di remunerazione? Quali coefficienti di recupero di produttività? La Cassa depositi e prestiti vuole vederci chiaro.

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