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Export del petrolio Usa a rischio con l’uragano Laura

L’allarme uragani è tornato in primo piano sui mercati petroliferi, spingendo ai massimi da 5 mesi le quotazioni del greggio e della benzina

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Export del petrolio Usa a rischio. Negli Stati Uniti aspettano Laura, fenomeno meteorologico infernale. Che continua a guadagnare forza e ora minaccia di abbattersi con violenza catastrofica sulle coste di Texas e Louisiana: uragano da incubo. Il paragone è con l’uragano Katrina, che 15 anni fa distrusse New Orleans. All’epoca, una disgrazia sotto profilo umanitario e per l’industria dell’Oil&Gas, costringendo il Governo Usa a ricorrere alle scorte di emergenza della Strategic Petroleum Reserve per far fronte alle difficoltà di approvvigionamento di combustibili.

Export del petrolio Usa a rischio con l’uragano Laura

Laura è cattivissimo e punta dritto dritto a divenire di categoria 4: nel mirino, ha il porto texano di Beaumont, collegato all’area di shale oil di Bakken, dal quale nel primo semestre è partito il 13% dei 3,2 milioni di barili di greggio esportati in media ogni giorno dagli Stati Uniti.

Si prevede che Laura provochi enormi inondazioni, innalzando fino a 4 metri il livello del mare.

In più, c’è la paralisi negli ultimi giorni anche le attività di estrazione nel Golfo del Messico: fin da martedì 25 si contavano 310 piattaforme evacuate.

Morale: il Brent si è spinto oltre 46 dollari al barile, il Wti si è avvicinato a 44 dollari, punte di prezzo pre-Covid.

Laura minaccia anche le raffinerie

Export del petrolio Usa a rischio con l’uragano Laura. Ma anche per le raffinerie si teme il peggio. La benzina si è apprezzata guadagnando oltre il 10% (fino a un picco di 1,43 dollari al gallone). Laura minaccia anche le raffinerie, in un’area ad altissima densità di impianti. Molti (compresa la mega raffineria Motiva di Port Arthur) hanno sospeso l’attività: ko un terzo della capacità locale e circa il 15% della capacità totale degli Usa. Ossia 3 milioni di barili al giorno.

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