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Strade rovinate di Comuni e Province: c’è anche un buco di 2 miliardi

Gli enti locali sono molto indebitati. Ci si interroga sulla sicurezza stradale

buca strada

Se le strade rovinate di Comuni e Province imperversano, come migliorare la sicurezza stradale? L’interrogativo è ovvio dopo l’ennesimo flop dell’Italia di fronte all’Unione europea: per colpa dell’abuso di telecamere e autovelox, non riusciamo a centrare i target imposti dall’Ue. Che ci guarda con sospetto. Generato anche dai debiti di Comuni e Province: c’è un buco di 2 miliardi di euro.

Strade rovinate di Comuni e Province: tutta colpa del Covid?

Sì, è vero, c’è stata la pandemia di coronavirus. Che ha schiacciato ancor più Comuni e Province. Ma c’è un pregresso di politiche sciagurate a livello locale, con guai tremendi per le strade: buche, voragini, guardrail irregolari, asfalto rovinato, segnaletica inadeguata.

Province e Città metropolitane dal decreto 34 hanno incassato 500 milioni di euro. Pare non bastino. Secondo una stima, avrebbero bisogno di una seconda rata: altri 500 milioni.

Nel frattempo, si inasprisce la battaglia a due. Da una parte, gli automobilisti che cadono in buca e chiedono giustamente i danni a Comuni e Province. Dall’altra, gli enti locali che (com’è doveroso) pagano i rimborsi, più le assicurazioni.

Percorsi pericolosi: occhio ai monopattini elettrici

Adesso, entra in gioco il fattore bici, bici a pedalata assistita (impropriamente e-bike o bici elettrica). E monopattini elettrici. Sciaguratamente equiparati per legge alle bici. Se per chi va in auto, si tratta spesso di danni alla vettura e di rado di lesioni fisiche, per gli utenti deboli le cose cambiano: lesioni anche gravi per motociclisti, ciclisti, monopattinisti. Saranno dolori dal punto di vista economico. D’altronde, è corretto che gli utenti vulnerabili facciano valere le proprie ragioni: su quei percorsi di guerra, si rischia l’osso del collo.

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