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Anticorruzione attacca Autostrade, che risponde per le rime

Anac contro Aspi, che polemica in merito agli investimenti e ai controlli

autostrade

Anticorruzione attacca Autostrade per l’Italia: secondo l’Anac poco più di 33.000 euro l’anno è la somma investita da Aspi per garantire la sicurezza strutturale del Ponte Morandi. Tra il 2005 e il momento del crollo, la spesa è stata di 440.000 euro. Lo dice Francesco Merloni (presidente dell’Autorità Nazionale Anti-Corruzione) alla Commissione lavori pubblici del Senato. Pochi soldi, perché c’era stato l’accertamento, già negli anni ’90, di un evidente stato di ammaloramento della struttura.

Anticorruzione attacca Autostrade: la replica

Ma la società si è difesa, contestando la lentezza della burocrazia pubblica per dare l’ok ai piani di restauro del viadotto. Ma in quanto tempo l’Anas ha avuto queste informazioni? Ci sono state resistenze dalle amministrazioni. In vicende di questo genere la tempestività dello scambio di informazioni è essenziale. Autostrade per l’Italia ha mostrato, dice l’Anac, una scarsa o nulla propensione alla condivisione di informazioni con soggetti deputati al controllo. Tuttavia, Aspi replica che sono valutazioni superficiali basate su dati errati.

L’accusa di mancata trasparenza e scarsa collaborazione? Per Aspi, la richiesta di informazioni di Anac sulle spese di manutenzione risale al 21 agosto 2018: la società rispose in modo tempestivo e puntualmente con un dossier articolato il 5 settembre 2018, senza ricevere alcuna ulteriore richiesta di chiarimento da parte dell’autorità.

In tema di trasparenza, dice Aspi, è noto che la società è stata la prima concessionaria a pubblicare online sul proprio sito la versione integrale della Concessione e dei relativi allegati e a fornire, anche successivamente, ogni tipo di informazione richiesta dall’autorità.

Quali soluzioni per l’Anac

L’Autorità ha proposto delle regole:

  • controlli a campione tesi ad accertare che vengano effettivamente compiuti gli interventi necessari per l messa in sicurezza delle opere;
  • l’aggiornamento di tali verifiche con una frequenza prestabilita;
  • la necessità di inserire un obbligo di intervenire tempestivamente, per riportare in sicurezza le opere medesime, in modo tale da implementare un costante meccanismo di monitoraggio degli interventi effettivamente realizzati.

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