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Alfa Romeo: 70 anni di collaborazione con le forze dell’ordine

La collaborazione tra Alfa Romeo e le forze dell’ordine è lunga settant’anni, visto che era cominciata con la mitica 1900

Giulia Polizia

La storia di Alfa Romeo rientra tra quelle più ammirate nel panorama dell’auto, sicuramente in quello del nostro Paese. La storia di Alfa Romeo si lega inoltre con quella delle forze dell’ordine che praticamente da sempre hanno scelto vetture del Biscione per le auto utilizzate sulle strade d’Italia. Le Alfa Romeo hanno da sempre indossato la divisa, a cominciare da quella di Polizia e Carabinieri ma senza disdegnare anche altri corpi come Guardia di Finanza o Vigili del Fuoco.

Memorabili sono gli inseguimenti visibili anche in parecchi film, ma non è mai difficile incrociare una volante a marchio Alfa Romeo sulle nostre strade. Molte volte nei film le vetture del Biscione oltre che adoperate dall’arma sono anche quelle utilizzate dai delinquenti. La storia che lega l’Alfa Romeo alle nostre forze dell’ordine è lunga settant’anni. La prima fu la 1900 degli Anni Cinquanta.

Si parte con la 1900

L’Alfa Romeo 1900 è una vettura molto avanzata per i suoi tempi, sportiva e particolarmente veloce. La Squadra Mobile la adopera a partire dal 1952 e se ne innamora proprio per le sue prestazioni decisamente interessanti. Con lei le vetture più sportive e veloci della Polizia cominceranno a chiamarsi “Pantere” mentre quelle dei Carabinieri saranno le “Gazzelle”. La vettura montava il 4 cilindri da 1.975 cc, ma rispetto ai 6 cilindri e 8 cilindri delle precedenti vetture adoperate dalle forze dell’ordine erogava 90 cavalli e permetteva di raggiungere i 160 km/h di velocità massima. Ovvero dati da vera sportiva per l’epoca in cui veniva utilizzata.

Ricordiamo che la 1900 rappresenta la prima Alfa Romeo realizzata con modalità industriali: difatti viene venduta in quantità spropositate, ovvero più di tutte le Alfa vendute fino a quel momento. La vettura nasceva dalla mente di Orazio Satta Puliga a cui va il merito di aver trasformato l’Alfa Romeo in una grande realtà industriale. Per realizzare una singola Alfa Romeo 1900 bastavano 100 ore di lavoro contro le 240 ore di altre vetture costruite in precedenza con altre metodologie.

La Giulietta è nell’immaginario collettivo

Con l’arrivo di Giuseppe Luraghi, che sarà direttore generale di Alfa Romeo dal 1960 al 1974, prosegue il lavoro cominciato da Orazio Satta Puliga. L’Alfa Romeo diventa una delle realtà automobilistiche di maggior successo in Italia. Nel periodo del boom economico le Alfa Romeo sono uno status symbol, non solo un oggetto desiderato da tutti. Nel contesto che si stava creando prende vita la Giulietta. La vettura viene presentata già nel 1955 ed è in grado di garantire agilità e prestazioni sempre ottime, coadiuvata da un peso contenute e dalle sue dimensioni non esagerate.

Con soli 65 cavalli riesce comunque a raggiungere i 165 km/h di velocità massima. i Carabinieri la adocchiano e la vogliono subito. Subito dopo la Giulietta è la volta della Giulia dove convergono tutte le personalità più interessanti dell’epoca: non mancano ad esempio Giuseppe Busso, Livio Nicolis, Scarnati e Colucci oltre al collaudatore Sanesi. Tutti diretti dal solito Orazio Sata Puliga.

La Giulia diviene ben presto una delle Alfa Romeo più diffuse tra le vetture delle forze dell’ordine. È sicuramente una vettura entrata nell’immaginario collettivo anche grazie al suo utilizzo nel contesto particolare in cui si trovava ad operare.

Ancora oggi non mancano le Alfa Romeo

Oltre alle varie Alfa Romeo 1900, Giulietta e Giulia anche ai nostri giorni le vetture col marchio del Biscione rimangono tra le preferite del mondo dell’Arma. Immancabili la Matta, la 75 ma anche le Alfa 33 e l’Alfasud. Indimenticabili le numerosissime Alfa Romeo 156 viste in quasi tutti i reparti e in tutti i corpi delle forze dell’ordine. A queste seguirono le 159 fino a giungere alle attuali Giulietta e Giulia che hanno riportato nei corpi armati due nomi straordinari.

Nel 2016 Sergio Marchionne dona anche una variante Quadrifoglio della stessa Giulia ai Carabinieri.

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