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Bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6

Il ministero dello Sviluppo economico punta forte su possibili ecoincentivi

rottamazione auto

Ti liberi del catorcio inquinante, compri un’elettrica. O comunque un’Euro 6 a benzina o diesel. Il tutto grazie alla spinta dello Stato, che stanzia denaro a favore di chi butta via il macinino: bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6. Questo il succo del discorso del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Lo riporta il Sole 24 Ore.

Bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6: oltre i piccoli incentivi

Oggi, ci sono incentivi. Qualcosa si muove, ma non granché. Anche FCA, fra gli altri, chiede di più. Secondo Dataforce, appare evidente la concentrazione del mercato su vetture a minor impatto ambientale: nella prima classe di emissione, quella agevolata dagli incentivi (CO2 inferiore a 70 g/km), a febbraio le immatricolazioni sono cresciute del 600%. Nella classe di emissione intermedia, ossia quella non influenzata dagli incentivi né penalizzata dall’eco-malus, le vendite hanno cominciato a scendere (-4,29%). Nella categoria superiore ai 160 g/km di CO2, l’effetto del malus all’atto dell’immatricolazione si è fatto sentire. Invece, il bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6 sarebbe una molla importante.

Incentivi auto nel quadro di una strategia di rilancio

Chiaramente, il bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6 sarebbe all’interno di una strategia di rilancia. Dentro, ci sono ecobonus al 100%, ampliamento degli incentivi 4.0, reshoring delle imprese, ma anche uno sconto diretto alle imprese danneggiate mediante anticipi di liquidità, nonché repowering degli impianti rinnovabili già esistenti, piùà una legge speciale per cantierizzare immediatamente gli investimenti. E come fare? Con un disegno legge? No. Troppo tempo, troppa burocrazia, troppi passaggi. Si pensa a un decreto. O, meglio ancora, a un intervento quando un decreto già avviato sta per essere converito in legge.

Che cosa auspicava il Centro Studi Promotor in fatto di rottamazione auto

D’altronde, alcune settimane fa, Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, l’aveva auspicato. Esistono, dice Quagliano, formule di incentivazione alla rottamazione che possono dare una spinta anche al Pil. Ed essere a costo zero. Perché il bonus viene completamente recuperato attraverso il gettito Iva sulle auto immatricolate in più. Lo Stato piazza un gettone sul tavolo; la Casa fa altrettanto. E si dà ossigeno a un settore, quello delle auto vendute in Italia, schiaffeggiato dalla crisi, dalla disoccupazione e ora dal coronavirus. Con le famiglie in fuga dai concessionari, spaventate dal futuro incerto. Una formula di questo tipo fu adottata proprio in Italia con i primi incentivi alla rottamazione del 1997 che determinò una crescita delle immatricolazioni del 39%, un gettito aggiuntivo per l’Erario di 1.400 miliardi di lire. E una crescita del Pil calcolata dalla Banca d’Italia in 0,4 punti percentuali.

Colonnine di ricarica: servono bonus

Senza dimenticare, aggiungiamo noi, che servono colonnine pubbliche di ricarica. Anche veloce. Più bonus affinché le aziende installino stazioni di ricarica. E incentivi per le wallbox: stazioni di ricarica fisse o portatili da mettere nei box dei privati. Il tutto con contatori casalinghi adeguati. Occorre una rivoluzione, per far sì che il Paese reagisca.

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