in

Revoca Autostrade per l’Italia: Governo compatto

Ora il Pd sta con il M5: si punta a sottrarre la concessione al primo gestore italiano

Revoca Autostrade per l’Italia: Governo compatto nel puntare a sottrarre la concessione al primo gestore italiano. Tutto è nato nell’agosto 2018, con la tragedia del ponte Morandi, su una tratta gestita dalla concessionaria della famiglia Benetton. All’inizio, il leader M55 Di Maio ha detto subito che voleva la revoca. Dopodiché, nelle scorse ore, è arrivato il sì di Zingaretti (Pd).

Revoca Autostrade per l’Italia: quale penale

C’è però un contratto che lega Stato (proprietario della rete) e Autostrade per l’Italia: la convenzione. Se lo Stato non rispetta il contratto, paga una penale. Quanti soldi? Non si sa: le ipotesi più frequenti parlando di 22 miliardi di euro; altre di 7 miliardi. Col decreto milleproroghe, c’è infatti il cambio delle regole: obiettivo, modificare alcune clausole della vigente Convenzione di Autostrade per l’Italia (a suo tempo approvata con legge) in ordine alla revoca, decadenza o risoluzione. Con Aspi decisa a portare la cosa davanti ai giudici, se succedesse.

Gli investitori di Aspi scrivono all’Ue?

Intanto, stando indiscrezioni, gli investitori europei di Atlantia (holding di Aspi) hanno scritto all’Unione europea. Alla commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager, al vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e al commissario Ue per il Mercato Interno, Thierry Breton. Chiedono di bloccare le modifiche alle concessioni autostradali introdotte col decreto milleproroghe. Che, pare dicano gli investitori, compromette del tutto la prevedibilità normativa. E scoraggia gli investimenti. Perché restringe senza giustificazione la libera circolazione dei capitali.

Altra grana per Aspi: viadotti sull’A14

Intanto, altro guaio per Aspi. Parliamo del viadotto di Cerrano sull’A14. Cede di 7 cm? No. Aspi precisa che lo spostamento di 7 centimetri non si riferisce alle pile, ma allo spostamento massimo del terreno nei pressi della Pila 1 registrato dalla strumentazione nell’arco di 3 anni (2016-2018). Questo valore non si riferisce alle pile del viadotto: non hanno mai raggiunto movimenti tali da far scattare allarmi. Il viadotto e l’area sottostante sono monitorati dal punto di vista geotecnico e strutturale: sull’opera sono installati dei particolari sensori che, anche nell’ultimo anno, non hanno mai rilevato movimenti significativi.

Taglio del rating e vendita delle azioni: che caos

Attenzione infine: uno dei big del gruppo Atlantia ha venduto 27.000 azioni della società mentre il gruppo è nell’occhio del ciclone. Infatti, come detto sopra, il Governo vuole revocare la concessione autostradale tagliando gli indennizzi. Chi è questo manager? Ugo de Carolis, amministratore delegato di Aeroporti di Roma (AdR), società controllata al 99,38% dalla holding delle infrastrutture. Secondo indiscrezioni, de Carolis avrebbe venduto 27.000 azioni, a un prezzo medio di 21,23 euro. E quindi, quale sarebbe il problema? La vendita è avvenuta poche ore prima che, la sera dell’8 gennaio alle ore 22, fosse resa nota la decisione dell’agenzia di rating Fitch che ha abbassato il rating (il giudizio) sul debito di Atlantia. Che sono una conseguenza del milleproroghe. Tutto in regola? Le cose sono andate davvero così?

Rating di Atlantia e Aspi: cosa succede

Il rating di Autostrade per l’Italia è stato abbassato da “BBB+” a “BB+”. Quello della controllante Atlantia da “BBB” a “BB”. Mentre il rating di Aeroporti di Roma da “BBB+” a “BBB-”. Insomma, un altro giallo inquietante, nel tornado Aspi. Ora si attende il comunicato del gestore, che affronta la crisi più delicata della storia. Dalla questione del brevetto del Tutor, alla strage sull’A14 di Avellino di luglio 2013, alla tragedia di Genova di agosto 2018, passando per i problemi sui viadotti e le indagini dei pubblici ministeri: tutte problematiche sulle quali la magistratura non si è ancora espressa in modo definitivo.

Lascia un commento